Campus estivo di scacchi
Questa estate ho avuto l’onore grazie a Matteo Zoldan di Chess Project di partecipare come Istruttore al camp tematico di scacchi nel rodatissimo Gazzetta Summer Camp, che da oltre trent’anni (dal 1985 per la precisione) si svolge in varie località.
Aldilà dell’esperienza specifica degli scacchi per me è stata l’occasione per vedere all’opera un’organizzazione impeccabile, guidata dallo staff dinamico e competente della Sport Promotion collaudato dalla trentennale presenza.I gruppi, divisi omogeneamente per fasce di età e per interesse, potevano optare per i vari campi tecnici (Scherma, Calcio, Danza, Tennis, Volley, Basket…) tematici (Yoga, Motivazione, Social media, Freestyle, Lingue, Scrittura creativa e tanti altri, tra cui Scacchi) e Multisport (con oltre una quarantina di attività sportive divertenti).
Con una grande cura per i ragazzi: tra istruttori e tutor c’è sempre un rapporto costante di un adulto per ogni 4 partecipanti, un investimento vincente che rende merito alla sapiente organizzazione di Sport Promotion. Ho avuto la fortuna di fare la conoscenza di splendide persone, sia dello staff, sia dei bravissimi tutor di gruppo sia dei competenti tecnici di tutte le attività sportive.
Per quanto riguarda gli scacchi sono molto soddisfatto, sia dell’attività resa per i camp tematici, sia per le lezioni fatte a favore dei gruppi di Multisport, che ho strutturato in mezz’ora di spiegazione e in un’ora di gioco assistito, con l’ausilio del materiale fornito dall’organizzazione. Ho avuto modo di regalare oltre una trentina dei miei album di figurine con metodo ideografico, che sono stati molto apprezzati dai giovanissimi, Al termine della settimana ho potuto far giocare tutti gli interessati a dei piccoli tornei serali, ma la cosa fantastica è stata che praticamente tutte le sere si alternavano decine di persone alle scacchiere lasciate libere presso il bar dell’hotel Il Caminetto, splendida location base della manifestazione.
Giocomotricità su scacchiera gigante.
Lo spunto per questo post è l’aperto scetticismo che ancora circola tra gli istruttori di scacchi, più inclini alla didattica tradizionale orientata all’agonismo, su quella che io ho definito con un po’ di enfasi come la nuova frontiera della didattica scacchistica per bambini.
Dopo la fase pionieristica portata avanti in Italia da Alessandro Pompa, autore di due libri sull’argomento (Gli scacchi e i bambini e il più recente Scacchi speciali per bambini piccoli) la nuova metodologia, intesa come attività di pre-scacchi utile a far interiorizzare i concetti spaziali ai bambini facendoli agire col proprio corpo, è stata sviluppata ai massimi livelli grazie all’intuito di Alessandro Dominici, che l’ha portata a livello mondiale, con la squadra composta tra gli altri dalle sorelle Claudia ed Irene Pulzoni e Paola Russo, autori del primo protocollo didattico per insegnanti e istruttori: Giocomotricità su scacchiera gigante.
Ricordo solo brevemente i grandi successi e riconoscimenti avuti dall’Alfiere Bianco:
– L’adozione della FIDE e dell’ECU della metodologia nell’ambito dell’EYS Program (Early Years Skills)
– L’introduzione della metodologia nel protocollo SNAQ della FSI
– Avvio del Progetto CASTLE in Europa
– Il riconoscimento dell’ERASMUS di Success story, dopo quello delle Best practices
In tutta Italia ora si moltiplicano le esperienze in tal senso, oltre al sottoscritto cito solo i preziosi contributi dati dall’insegnante Maria Beatrice Rapaccini, Rosario Lucio Ragonese e Carla Mircoli, Alessandra Arnetta, Carmelita Di Mauro e tantissimi insegnanti che hanno realizzato meravigliosi progetti.