Matto della Lancia
Il Matto mostrato qui sopra è il più breve possibile; è tristemente noto in Italia col nome di “matto dell’imbecille”. Personalmente sono decenni che non lo chiamo così (non è carino per chi lo riceve), dapprima lo chiamavo “matto del distratto” (Quando si gioca in modo distratto si perde subito per scacco matto), poi su suggerimento dei bambini lo chiamai “matto dello spioncino” (Guarda sua maestà dallo spioncino, la Donna nera che gli fa l’occhiolino) e infine, lo scorso anno mi sono deciso per il “matto della Lancia”. Gli Inglesi lo chiamano “Fool’s mate”(matto dei folli) o anche “Scholars mate” (degli scolari) o ancora “Two moves checkmate”. I Francesi lo chiamano “mat du lion” (dei leoni) oppure “mat du sot” (dello sciocco) , o “mat du débutant”. Gli Spagnoli lo chiamano “mate del loco” (matto del pazzo) e i Tedeschi “Narrenmatt” (matto dei folli).
Così ho deciso di riprendere le pubblicazioni del mio blog con questo nuovo progetto di GIF animate che presto diventerà un vero e proprio manuale per la pattern recognition per bambini.
“Intrattenimento” con gli scacchi.
Questo post potrebbe far storcere il naso ai bravissimi istruttori che contano di poter trasferire nei propri allievi quante più nozioni tecniche sugli scacchi. Infatti, in questo post, mi propongo di affrontare una tematica diversa, concentrata soprattutto sull’aspetto ludico del gioco.
Lo spunto mi viene da una domanda sottesa che si fanno molti istruttori di scacchi, in tutte le latitudini, quando devono seguire gruppi di bambini spesso anche sotto i 7 anni. La domanda è “Siamo istruttori o intrattenitori?”, cioé stiamo facendo un corso di scacchi o semplice baby-parking?
Come ho già detto decine di volte l’etimologia della parola “talento” significa piacere, quindi ritengo che più i bambini si divertano e si appassionino, più è probabile che sviluppino anche il talento vero e proprio, che sarà forse anche innato, ma che spesso deve essere portato alla luce nella giusta modalità. I bambini piccoli hanno diritto al loro divertimento e ciò che li annoia non ha diritto di cittadinanza nelle loro attività di tempo libero.
Detto questo però voglio anche suggerire ai miei colleghi alcune tecniche per far giocare i bambini con gli scacchi ma senza “costringerli” al rigore e alla disciplina di un tradizionale corso di scacchi (sì, è vero questo è più vicino al baby-parking). Intanto segnalo alcune metodologie quasi sempre di scacchi eterodossi, già discusse in questo blog:
Nei giorni scorsi ho sperimentato una versione soft di scacchi alla cieca: due bambini si affrontano sulla scacchiera murale senza poter utilizzare i pezzi e cercando di giocare ricostruendo la posizione mentalmente a memoria. Ma questo è già un gioco da consigliare ai bambini più esperti, perché per gli altri è soprattutto un altro modo per “bisticciare”… 😀
In un altro post, che ora non ritrovo, avevo proposto anche una partita bianchi contro bianchi o neri contro neri (che in pratica è ancora una variante del gioco alla cieca!)
Infine rimando alle molteplici possibilità di scacchi eterodossi già conosciute in “letteratura”: questo è un bel sito a tale proposito!