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La memoria dei bambini.

Imparare giocando.

Gli appuntamenti con la psicomotricità su scacchiera gigante presso le scuole dell’infanzia stanno confermando la grande potenzialità di questo nuovo approccio didattico come attività propedeutica alla scolarizzazione delle scuole primarie.
Grazie al coinvolgimento tipico del gioco i bambini imparano a contare, a riconoscere le lettere e anche i primi rudimenti degli scacchi.
Contemporanemente migliorano le proprie capacità mnemoniche, imparando diverse strategie di visualizzazione e di associazione, riuscendo ogni volta a stupire noi istruttori e insegnanti.

Memoria a breve e a lungo termine.

Venerdì scorso presso il 6° Circolo di via Manzoni a Sassari ho chiesto se qualcuno ricordava ancora tutti i frutti preferiti dai bambini elencati la settimana scorsa: si tratta di una verifica sul passaggio dalla memoria a breve termine a quella di lungo termine. Rispetto all’esercizio più astratto che avevo proposto tempo fa ai bambini della scuola di Ossi, in questo caso era coinvolta anche la memoria procedurale, perché i bambini potevano rievocare il ricordo anche basandosi sul ricordo visivo (i bambini nelle varie caselle, o seduti al bordo…), uditivo (la voce dei bambini) o sequenziale (l’atto del camminare casella dopo casella nei “luoghi” percorsi dagli altri bambini). Il risultato è stato molto buono: diversi bambini hanno riepilogato tutte le 16 relazioni della scorsa settimana!

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Come si mettono i pezzi sulla scacchiera.

Come si mettono i pezzi degli scacchi?

Scacchi

I bambini con le scacchiere.

Stamattina nuovo appuntamento con i bambini della scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo di Ossi-Tissi, delle maestre Giuseppina Capitta, Antonella Sanna e Margherita Nieddu.
Oggi ho voluto introdurre tutti i pezzi  per dare ai bambini una panoramica del gioco degli scacchi. Abbiamo iniziato con il chiamare per nome ogni pezzo: Torri, Cavalli, Alfieri, pedoni, Re e Regina.
Quindi ho annunciato che oggi avremmo giocato con la posizione iniziale dei pezzi. Ho allora letto a voce alta la seguente filastrocca:

Prima le Torri ai quattro canti
poi vicino stanno i Cavalieri,
e solo poco più distanti
devi metterci gli Alfieri.
Resta il posto dei regnanti:
Donna bianca sui bianchi, nera sui neri,
i Re vanno in colori contrastanti.
Poi i pedoni battaglieri
li disponi tutti avanti
e parte il gioco, volentieri!

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Una passeggiata con le Torri.

La Torre che passeggia.

Stamattina ho incontrato per la terza lezione di psicomotricità i bambini della scuola dell’infanzia di via Manzoni. Ho portato con me la scacchiera gigante in tessuto di metri 4 x 4 per proporre i primi giochi di psicomotricità veri e propri dopo i due incontri preliminari in cui abbiamo giocato coi nomi e poi con la scacchiera ideografica e quella semi-gigante di metri 1,5 x 1,5, coi quali abbiamo fatto i primi “passi” per orientarci sulla scacchiera (per ora solo il movimento del Re e della Torre).
Per stamattina avevo in mente, oltre che l’up-grade delle dimensioni della scacchiera, una vera e propria passeggiata sulla scacchiera (meglio ancora sarebbe stata una piccola corsa, ma per questo aspettiamo quando avremo una scacchiera anti-scivolo).
Naturalmente anche il gioco di oggi mi è servito come pretesto per memorizzare i loro nomi: ho chiamato la prima bambina ed ho spiegato che avrebbe dovuto abbracciare una Torre e camminare lungo il perimetro della scacchiera facendo esattamente il movimento di una Torre: cioé verticale o orizzontale.

La frutta preferita.

Non appena la bambina ha terminato il suo percorso le ho chiesto di poggiare la Torre sulla casa H1 e di dire a voce alta quale fosse il suo frutto preferito.
“La mela!”. “Benissimo: batti un cinque!” Ho quindi chiamato nell’ordine il  secondo bambino, Daniele, e gli ho chiesto di ripercorrere esattamente lo stesso percorso perimetrale della bambina precedente; quindi giunto sulla casa h1 gli ho chiesto di ripetere il frutto preferito da Andrea; Daniele è rimasto un po’ sorpreso dalla richiesta ed ha avuto bisogno di qualche indizio (vedi priming) per ricordarla; quindi gli ho chiesto di poggiare la Torre nella casella h2 e di dire quale frutto preferiva lui:”La banana”. “Bene! Batti un cinque e torna a posto”. Quindi è stato il turno di Alessia, che ripetuti i frutti di Andrea e Daniele ha scelto la fragola e lo stesso gioco è stato eseguito da tutti i bambini, che oggi erano sedici: Gioela (pera); Alessandro (mela); Valery  (banana); Carla (fragola); Chiara (fragola); Elisa (fragola); Asia (fragola); Vittoria (pera); Matteo (arancia); Davide (ciliegia); Alessandro (mandarino); Elisa (pera); Valeria (ciliegia)… e se ho fatto qualche errore spero che i bambini mi perdonino!

Le quattro cantonate.

Quindi ho messo da parte la scacchiera in tessuto e siamo passati ad un gioco molto più corporeo e divertente. Ne ho già parlato molte volte, perché è un gioco che ripropongo sempre nelle mie lezioni di psicomotricità, perché a buon mercato ci offre subito il movimento delle Torri (i bambini ai quattro angoli che si scambiano posto sui lati del quadrato) e quello degli alfieri (i bambini al centro del quadrato che cercano di “rubare” il posto negli angoli correndo in diagonale durante lo scambio di posto). Come sempre ho proposto prima un comando, il battito di mani dopo il mio 1,2,3, poi dopo un po’ di ripetizioni ho aggiunto la difficoltà della partenza falsa, con eliminazione dei bambini che si muovevano prima del battito delle mani che veniva solo mimato.

Riepilogo.

Dopo aver fatto tutti per due volte almeno il gioco dei 4 cantoni siamo tornati in classe, “sfrattando” i bambini di 3 e 4 anni, dove ho riproposto uno per uno di ricordare tutte le relazioni bambini-frutti preferiti, con la doppia difficoltà del tempo ormai trascorso e dell’ordine non più visibile dei bambini che prima potevano essere guardati mentre sedevano in corrispondenza di una casella della scacchiera. Credo che l’esercizio abitui al conteggio e anche all’acquisizione della capacità di associare biunivocamente le cose aiutando i bambini a memorizzare facilmente.
La maggior parte di loro ha mostrato una memoria brillante, anche se alla fine Alessia è riuscita a ricostruire senza alcun aiuto tutti le sedici relazioni: un vero record per una bambina di soli 5 anni!