Archivi per la categoria ‘Scuola’
Le carte scacchistiche.
Stamattina ultima lezione di questa settimana prima del grande evento di domani a Marrubiu. Ero impegnato in via Cilea con la terza di maestra Rita per il quarto appuntamento di quest’anno. Gli stessi bambini, ad eccezione di due, li avevo seguiti anche quando erano in prima mentre non ero riuscito a dare continuità lo scorso anno a causa dei miei tanti impegni scolastici.
Eppure questa è una classe con grandi potenzialità e due bambini allora si affermarono ai campionati provinciali under 8 rispettivamente al 1° (Giovanni) e al 2° posto (Alessia). Ma particolarmente portati mi sono sembrati da subito anche Gabriele, Andrea e Aurora.
La lezione di oggi è stata un ripasso del matto delle sentinelle, per il quale ho letto al termine della spiegazione anche la filastrocca composta lo scorso anno con la terza B di via Forlanini. Come sempre accade la grande volontà di partecipazione dei bambini li porta ad intervenire caoticamente e sarebbe complicato procedere senza lo spauracchio di non regalare le mie carte scacchistiche al termine della lezione.
Oggi ironicamente ho detto: “Ma allora non vi interessano le mie carte?!” ed Alessia ha prontamente preso dal suo zaino, per mostrarmelo, il suo speciale taccuino dove sta collezionando le carte che riceve per “premio”. La cosa mi ha davvero meravigliato: non è la prima volta che vedo raccolte di questo genere, ma la cura con cui ha incollato le carte sul suo bloc notes mi fa comprendere come sia appassionata agli scacchi.
Il bloc notes scacchistico di Alessia.
(cliccare sulle immagini per ingrandirle)
Il gusto della “manipolazione”: un gioco nel gioco.
La foto, tratta dal web, è un classico quotidiano di chi insegna gli scacchi ai bambini: a parte l’eccezionale riuscita di posizionare in cima il pedone sopra l’Alfiere (niente magia, il pedone ha il classico buco al centro per la perdita del suo piombo). Io stesso potrei tetimoniare di centinaia di questi tentativi di utilizzare i pezzi degli scacchi come “costruzioni” per svariate figure.
In genere ciò accade verso la fine della lezione, quando i bambini sono un po’ stanchi di tanto impegno e dispendio nervoso per la ricerca della vittoria, ma durante tutto il tempo (anche a livello professionistico a volte) i giocatori hanno spesso qualche pezzo tra le dita per rotearlo a piacere. Nei miei corsi di aggiornamento istruttori ho sempre spiegato questa cosa molto positivamente: a mio parere quello della “manipolazione” è uno degli elementi più attrattivi del gioco degli scacchi, non a caso è il primo approccio che tentano anche bambini di 3 anni che vedono gli altri giocare.
Ci sono molti aspetti di questa esplorazione che si fa coi pezzi degli scacchi (sono tanti anche i bambini che portano i pezzi direttamente alla bocca) e alcuni di loro sono collegati direttamente alla destrezza (abilità della coordinazione fine), all’influenza e al dominio sulle circostanze, ma anche semplicemente ad un gratuito senso estetico che solletica la fantasia e che fa spesso brillare di meraviglia gli occhi del protagonista e sorridere i suoi spettatori. Insomma ancora una volta un gioco nel gioco!
Ogni pezzo mosso spesso è un passo in meno di progresso.
Proseguono le lezioni nel mio quartiere presso la scuola primaria del 12° circolo: lunedì ero dalle quinte di maestra Letizia, Caterina, Sergio e Sara, ieri mattina con la terza di maestra Rita e nel pomeriggio con la seconda di maestra Giovanna. Con la classe di Letizia e Caterina abbiamo iniziato il mio più ambizioso progetto “Le città degli scacchi” che presto coinvolgerà molte scuole della provincia di Sassari: i bambini sono molto partecipi, sia nella ricerca dei matti (e invenzione dei nomi) sia nella costruzione di storie per ogni città invisibile di Italo Calvino.
Con le altre classi invece abbiamo fatto la consueta partita collettiva come parte della lezione teorica. Pubblico qui la “miniatura” con la seconda A perché esemplificativa di un tipico difetto dei principianti: quello di pensare che l’avversario non si sia accorto di una minaccia e sia incappato in un errore. Spesso la verità è che l’avversario aveva guardato una mossa avanti e che il sacrificio era solo un investimento. I bambini di seconda hanno al loro attivo una decina di lezioni tra lo scorso anno scolastico e il presente: alcuni di loro ancora non padroneggiano il movimento dei pezzi; non conoscono ancora i principi generali che in genere io espongo con l’ausilio dei miei proverbi e delle mie carte scacchistiche.
Alcuni di loro avevano anche frequentato qualche pomeriggio presso l’oratorio Costia Russo di Santa Maria di Pisa, che a breve riprenderemo anche quest’anno grazie all’interessamento di Tore Lintas che coordina tutte le attività ricreative.
[pgn
[Event “?”]
[Date “????.??.23”]
[Round “?”]
[White “2^ A Latte dolce”]
[Black “Sebastiano”]
[Result “0-1”]
[ECO “A00”]
[Annotator “,Sebastiano”]
[PlyCount “18”]
[EventDate “1999.??.??”]
[SourceDate “2012.10.24”]
1. Na3 {Cavallo al lato Cavallo dimezzato.} Nf6 {
Cavallo centrale Cavallo ottimale.} 2. Nf3 d5 {
Toc toc, sono l’Alfiere: mi apri la porta per piacere?!} 3. Nb5 {
Ogni pezzo mosso spesso è un passo in meno di progresso.} Nc6 4. Rb1 {
Mossa di torre, pensaci se occorre!} e5 {
Se l’avversario il centro diserta io ci stendo una coperta.} 5. Nxe5 $2 {
Becchi un pedone come un gallo…} Nxe5 {e ci perdi il tuo Cavallo.} 6. Rg1 {
Tutte e due le Torri mosse: al povero Re verrà la tosse!} Bc5 7. f3 $2 {
Torre in offerta su diagonale aperta.} Bxg1 8. f4 {
Il pedone corre e si sbraccia per creare una minaccia!} Bxh2 $5 9. fxe5 {
Ma subito dopo la cattura arriva una fregatura.} Bg3# {
Grida il Re dal nascondino mi sento spiato dallo spioncino.} 0-1
[/pgn]