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L’arte combinatoria: scacchi e parole!

Fantastico incontro ieri pomeriggio al 13° Circolo didattico di via Forlanini tra i bambini della terza B e Leonardo Omar Onida, responsabile del festival “Ottobre in poesia“. Dopo la collaborazione di quest’anno in cui ho contribuito con l’artista Francis Manfredi a delle installazioni di rime poetiche su una decina di campioni  di scacchi del passato corredate dalle splendide caricature di Francis, ho chiesto a Leonardo Onida di venire di persona a scoprire l’enorme potenziale del progetto scolastico di scacchi e filastrocche .

Per prima cosa i bambini hanno letto alcune delle loro filastrocche, sia a tema libero, sia a tema proposto dalla maestra, sia a tema scacchistico. Poi qualcuno ha recitato, di sua spontanea volontà, qualche sua poesia a memoria; infine – con nostra grande meraviglia – qualcuno ha persino improvvisato delle rime all’istante! Credo che Leonardo sia rimasto davvero stupito dall’abilità di questi bambini di 8 anni, che dopo un percorso ludico (prima giochi di parole, poi rime, poi proverbi, poi filastrocche ma soprattutto tanti scacchi!) hanno preso confidenza in questa attività creativa di composizione di filastrocche.

La maestra ha chiesto ai bambini di spiegare in che modo sono organizzati per questa attività. Alessandro ha allora precisato: “Facciamo dei lavori in gruppo. In ogni gruppo ognuno ha dei ruoli: c’è il referente che comunica con la maestra i risultati del lavoro; c’è il custode delle pari opportunità che cura i rapporti del gruppo perchè tutti possano esprimere le proprie idee; c’è il custode del tempo, che gestisce i tempi del gruppo…”

A questo punto Leonardo, molto curioso, ha chiesto ai bambini se loro si divertissero in questa attività e perchè. La risposta è stata pressoché unanime: “Sì, ci piace molto lavorare in gruppo” “E’ bello trovare diverse soluzioni con le parole” “Alla fine ci piace leggere le nostre poesie”. Allora Leonardo ha incoraggiato i bambini: “Bravi! La cosa più importante è che voi vi divertiate esattamente come un gioco! Anche i poeti più grandi non fanno altro che giocare con le parole. Partendo dalla curiosità, dalla meraviglia, dall’emozione, scrivono le loro idee e si divertono”.

Poi, sempre alternando letture di filastrocche e domande ai bambini, Leonardo ha invitato i bambini ad essere protagonisti nella prossima edizione del Festival “Ottobre in Poesia”, dove “poeti di tutto il mondo, soltanto  più grandi di voi, giocano con le parole come state facendo voi! Quindi continuate a giocare e con Sebastiano e la maestra Michela avrete uno spazio all’interno del festival.”

I bambini hanno dimostrate grande coinvolgimento e contentezza all’idea, qualcuno ha addirittura chiesto “A che ora è?” come se l’evento fosse imminente. Per dare un’idea ai lettori delle loro composizioni, che garantisco non hanno subito rimaneggiamento alcuno e sono state realizzate in classe sotto lo sguardo delle maestre, pubblico di seguito alcune immagini di quaderni dei bambini (cliccare su ogni immagine per ingrandirla), e di seguito una recentissima poesia scacchistica (presto le raccoglierò tutte) di Ilaria Fanni.

 

La Torre.

La Torre si muove, orizzontale e verticale,
mangia è dà un colpo letale:
a gran voce urla: “Qui non si può passare
solo io ho il permesso di entrare”.

Mangia pezzi ad ogni mossa
e ne fa un mucchietto d’ossa,
poi continua la partita
sempre all’erta e sempre in vita.

Poi però viene mangiata
e subito incatenata,
povera torre è sfinita
e ben presto finisce la partita.

Ottavo circolo: la partita interrotta.

Ieri mattina abbiamo ripreso la “partita interrotta” con le quarte classi della scuola primaria di via Genova, dopo la sperimentazione dello scorso anno del progetto SAM (Scacchi applicati alla matematica), per il quale era stata sorteggiata una classe che avrebbe fatto 30 ore di scacchi ed un’altra che avrebbe fatto da campione di controllo. Le due classi avevano fatto con me un percorso di psicomotricità su scacchiera gigante quando erano in prima e seconda elementare, mentre in terza avrebbero dovuto imparare il gioco degli scacchi. Dopo il sorteggio INVALSI, come era inevitabile, una classe era rimasta esclusa dalla sperimentazione per fungere da gruppo di controllo; così ci eravamo ripromessi di riprendere tutti insieme quest’anno.

Ma il titolo di “partita interrotta” ha anche altri significati. Il più importante riguarda proprio la didattica. Come spesso accade quando si deve fare delle lezioni in un contesto eterogeneo (bambini che sanno giocare insieme a bambini che a malapena ricordano le mosse) la lezione teorica dell’istruttore è davvero complicata. Come far sì che i bambini più indietro possano ripassare e quelli più avanti non annoiarsi?
In genere io sperimento in questi casi delle partite collettive su scacchiera murale, facendo eseguire una mossa ad ogni bambino. Questo ci dà modo di proporzionare l’informazione esattamente sul livello di ogni bambino. Naturalmente neppure questo è un metodo infallibile: la partita può risultare troppo lunga; alcuni bambini possono proporre delle mosse palesemente errate e deleterie per la partita nel suo insieme. Inoltre i bambini possono stancarsi di aspettare di nuovo il loro turno di gioco (soprattutto quando sono più di venti). Un modo per vivacizzare queste partite è quello di dividere la classe in due metà e farle giocare una contro l’altra: ma in questo caso bisogna essere pronti a gestire i “conflitti interni”, i suggerimenti e l’inevitabile “tifo” che s’ingenera.

Insomma queste prime lezioni non sono certo una “passeggiata” e l’istruttore deve essere pronto a interrompere la partita collettiva e  lasciare il campo alle partite individuali al più presto!

Matto di “Maria Antonietta”

Anche questo pomeriggio al Canopoleno abbiamo proseguito col secondo gruppo (bambini della seconda e quinta elementare) il lavoro sugli scacchi matti, grazie anche alla collaborazione del mio allievo Luca Princivalle, che sta facendo affiancamento per poter al prossimo corso per istruttori prendere l’abilitazione, e dell’impagabile maestra Rita Sabatino.

Dopo una partita didattica (io giocavo contro di loro alla cieca) conclusasi in una quindicina di mosse con lo scacco matto, abbiamo lasciato alla fantasia dei bambini di scoprire nuovi matti. Ancora una volta sono rimasto stupito della creatività e immaginazione di Giulia: una volta si è inventata il matto della frittella (col Re mattato al centro della scacchiera), un’altra volta abbiamo dato il suo nome ad un matto (cosa che ha suscitato l’imitazione di tutti gli altri!) ed oggi addirittura s’è inventata il matto di Maria Antonietta. Inizialmente non avevo capito cosa intendesse: pensavo lo volesse “dedicare” a una sua amichetta… Poi ho sentito:”Come la povera Regina Maria Antonietta!”. Allora ho capito che si riferiva proprio al tipo di matto, che i Francesi chiamano proprio “guillotine” (ma non credo proprio che Giulia potesse saperlo). Quindi ora ho due nuove carte da stampare: il matto di Giulia e quello di “Maria Antonietta”!

In grande forma oggi anche Roberto, Cesare e Francesco, autore di ben due matti!