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Psicomotricità: contare col corpo!
La scacchiera 10×10
Stamattina nuova lezione di psicomotricità su scacchiera gigante con i bambini della scuola dell’infanzia di Ossi. Grazie all’ottimo lavoro delle maestre Giuseppina Capitta, Margherita Nieddu e Antonella Sanna, oggi abbiamo inaugurato la scacchiera predisposta all’interno della scuola: le caselle sono in totale 100, suddivise in dieci colonne per 10 traverse, per sfruttare i giochi di psicomotricità agganciandoli al sistema decimale. La bella scacchiera è stata ricavata con 50 quadrati di carta adesiva rossa che creano un motivo alternato in contrasto col pavimento, il tutto incorniciato da un perimetro di nastro adesivo verde.
La filastrocca dei numeri.
Come introduzione alla scacchiera 10×10 ho ideato una breve filastrocca sui numeri, particolarmente stimolante per le intelligenze multiple, perchè si fa riferimento a diverse modalità: visiva, auditiva e cinestesica. L’idea, che è un tutt’uno con il metodo ideografico, è che si lascino aperti più canali possibili al coinvolgimento e alla comprensione da parte dei bambini, così che ogni tipo di abilità dei bambini possa esprimersi e non solo quelle più privilegiate dagli adulti e dalla scuola. La possibilità di far memorizzare con il corpo la capacità di contare e ricordare fa parte di questa idea e la filastrocca seguente ne è un esempio:
Uno, c’è un campo di grano
due, salta su un piede
tre, alza una mano
quattro, ognuno si siede
cinque, ci alziamo pian piano
sei, raccogli le schede
sette, fai un verso strano
otto, che cosa succede?
nove, sei tanto lontano
dieci, nessuno ti vede!
Dunque ogni bambino, posto fuori della scacchiera, doveva far l’ingresso alla sua scoperta (uno, c’è un campo di grano – modalità auditiva); quindi subito era impegnato in una piccola difficoltà di equilibrio (due, salta su un piede – modalità cinestesica); poi doveva sollevare la mano (tre, alza la mano – ancora cinestesica); quindi ancora equilibrio (quattro, ognuno si siede – cinestesica, ma anche visiva); quindi coordinazione motoria (cinque ci alziamo pian piano – cinestesica); superata la metà del percorso il primo segnale estraneo alla scacchiera, due schede colorate sul pavimento (sei, raccogli le schede: modalità sia cinestesica che visiva); quindi una finestra alla fantasia (sette, fai un verso strano – modalità auditiva); quindi i bambini dovevano guardarsi attorno a 360 gradi (otto, ma cosa succede? – modalità visiva); (nove, sei tanto lontano – auditiva e visiva); i bambini erano invitati a sparire dalla scacchiera nascondendosi o eclissandosi al di fuori di essa (dieci, nessuno ti vede – visiva e cinestesica).
Dopo i primi bambini che sono stati accompagnati dalla mia voce, o dalla voce delle maestre o persino dalla lettura della bravissima Asia, abbiamo chiesto ai bambini di turno se avessero preferito provare ricordandosi i passi, oppure ascoltando la filastrocca. Alla fine sono diventati molto rapidi e coordinati.
Ruba-bandiera.
Il secondo gioco proposto è stato il classico ruba-bandiera (altre informazioni su classici giochi riproposti su scacchiera gigante li trovate in questo mio altro articolo ): venti bambini disposti ai lati di ogni colonna al di fuori della scacchiera; dopo aver assegnato ad ognuno di loro un numero da uno a dieci e stabilita la relazione di coppia col bambino della squadra sul lato opposto abbiamo iniziato le gare, cercando di stimolare la loro attenzione. Al raggiungimento del punteggio di 10 a 8 il gioco è finito e siamo tornati in aula.
Appena rientrati ho chiesto ai bambini se qualcuno era in grado di ripetere la filastrocca e la maggior parte di loro sono stati in grado senza troppe difficoltà di recitarla (qualcuno persino di leggerla, o quantomeno di far finta!) dimostrando come la memoria viene molto rinforzata sia dalla ripetizione (in fondo l’hanno sentita non meno di una ventina di volte) e soprattutto dalla partecipazione corporea al conteggio che ha stabilito un ritmo mnemonico ma anche procedurale.
Sorso: mettersi in gioco!
Oggi quinta lezione per i bambini della primaria di Sorso. Per la seconda è stata l’occasione di entrare per la prima volta sulla scacchiera gigante, per fare delle prove di un’esibizione pubblica che si svolgerà a giugno. Come primo impatto ho fatto fare delle prove di orientamento: trovare le caselle tenendo conto delle coordinate (che non sono segnate né su questo tipo di scacchiera, né lo saranno in quella della manifestazione finale).
La cosa più semplice, sperimentata anche lunedì scorso coi bambini della scuola dell’infanzia di Ossi, è far pratica con la verticalità della Torre. Così i giochi proposti sono stati proprio quelli di individuare tutte le possibili catture che le Torri possono eseguire sulla scacchiera. Come prima esperienza ho preferito dedicare a questa attività solo un quarto d’ora, poi siamo rientrati in classe dove i bambini hanno potuto giocare sulle scacchiere da tavolo, che ora che le hanno a disposizione chiedono di giocare anche alla ricreazione.
Ossi: attenzione, memoria, azione!
Sempre più in grande!
Questa mattina, per il quinto appuntamento coi bambini della scuola dell’infanzia di Ossi, con la maestra Giuseppina abbiamo ripreso – per i tanti assenti – la lezione della scorsa volta. Dapprima abbiamo chiesto ai bambini stessi di descrivere l’attività svolta nella lezione precedente: i bambini hanno enfatizzato il concetto della grande scacchiera stesa sul pavimento e dei pezzi “enormi” che avevano manipolato. Le maestre Giuseppina Capitta, Margherita Nieddu e Antonella Sanna hanno proseguito durante la settimana il lavoro di consolidamento dell’attività svolta lunedì scorso, dando un’importante continuità al lavoro pratico. Per questa lezione avevo in serbo per i bambini un ulteriore gradino verso la psicomotricità vera e propria: la scacchiera gigante quttro metri per quattro e i relativi pezzi di plastica (il doppio di quelli semi-giganti che avevo utilizzato la volta scorsa).
Avanti e indietro, destra e sinistra: il perimetro.
Così abbiamo portato i bambini nel grande spazio comune della scuola dell’infanzia e abbiamo dispiegato, tra lo stupore dei bambini, la grande scacchiera. Quindi ho preso una Torre ed ho spiegato il suo movimento in linea retta, avanti e indietro oppure a destra e sinistra, accompagnando col corpo le mie spiegazioni. Quindi ho chiesto a turno ad ogni bambino di prendere una Torre e muoversi lungo il perimetro, secondo il movimento appena spiegato. Ho precisato che non dovevano camminare al di fuori della linea scelta, ma andare sempre dritti sino alla fine della scacchiera. Nessuno ha avuto difficoltà.
La cattura sulla stessa linea.
Al termine del primo esercizio ho aggiunto un elemento di complessità: ho posizionato una Torre in un punto della scacchiera ed ho chiesto ai bambini di prendere la Torre di colore opposto e posizionarsi sulla stessa linea della Torre sulla scacchiera, quindi di camminare verso di essa e “catturarla”. Anche per questo esercizio non c’è stato bisogno di molte correzioni, è stato eseguito generalmente senza difficoltà.
Allora ho chiesto un ulteriore sforzo di immaginazione. Ho chiesto a 4 bambini di posizionarsi in alcuni punti casuali della scacchiera. Quindi io consegnavo una Torre ad un altro bambino e lo posizionavo fuori della scacchiera sulla stessa linea di un bambino dentro la scacchiera lasciandogli indovinare a quale bambino poteva consegnare la Torre in una sorta di staffetta.
Attenzione e memoria.
Dopo questi primi giochi siamo passati ad un gioco che richiedeva attenzione e soprattutto memoria: ho preso una manciata di fogli colorati dai bambini e plastificati (immagino dalle pazienti maestre…) che fungono da banconote per i nostri premi. Li ho sistemati a caso in alcune case della scacchiera gigante, sottolineando con l’aiuto dei bambini i relativi colori. Quindi ho iniziato a posizionarci sopra i pezzi semi-giganti e quelli giganti (in tutto 4, come prima difficoltà: le prossime volte aggiungeremo altri pezzi.)
Lo scopo del gioco era ricordare dove erano posizionati i premi, chi indovinava il relativo colore poteva metterselo in tasca. Solo due bambini non sono riusciti nell’intento.
Dopo questi giochi siamo ritornati in aula e abbiamo ripreso ancora una volta il gioco di memoria sui frutti preferiti. Jason ancora una volta ha mostrato di ricordarli tutti, ma la cosa più sorprendente è stata che – vinta l’iniziale timidezza – e con la gratificazione di una caramella, anche gli altri bambini hanno mostrato di ricordarseli: Nathan, Abdel, Sara, Manuel, Ilenia, Pietro…
Questo mi conferma che quando è coinvolta l’emozione (il gusto del frutto è una sensazione certamente non neutra), l’attenzione (la ripetizione da modo anche ai bambini inizialmente più distratti di focalizzare anche loro le relazioni) e la gratificazione (in questo caso la caramella), la memoria viene attivata con molta più facilità praticamente da tutti.