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La coordinazione visuo-motoria.
Gli scacchi e il movimento.
Quando qualche anno fa la Federazione Scacchistica Italiana entrò a far parte del CONI come disciplina associata molti di noi esultarono che finalmente ci veniva riconosciuto lo status ufficiale di sport. Ma quando cominciammo a frequentare le riunioni riservate ai tecnici, istruttori dei Centri di Avviamento allo Sport, fu evidente la discriminazione del nostro gioco in quanto mancava la componente del movimento corporeo.
Fu allora che intuii l’esigenza di abbattere anche quest’ultima barriera pensando ad un’attività pre-sportiva che coniugasse l’attività psichica tipica degli scacchi, con la coordinazione motoria utile per i giochi all’aperto dei bambini: corse, salti, giochi con la palla ecc.
Il passaggio alla psicomotricità lo feci però nel 2008 grazie ad una chiacchierata con Alessandro Dominici, della Commissione didattica e scuola della FSI, che mi parlò dell’esperienza con Paola Russo. Parlandone col mio collega delegato regionale Franco Loi mi suggerì il magnifico libro di Alessandro Pompa “Gli scacchi e i bambini” tutto incentrato sulla psicomotricità rivolta ai bambini delle scuole per l’infanzia. Da quel momento mi attivai tantissimo in tal senso ed iniziai a sperimentare sempre di più questa pratica con grandissimi risultati. Nel 2010, grazie al notevole contributo organizzativo del Comitato Regionale Scacchi Sardegna, riuscimmo ad organizzare il primo convegno a tema ad Oristano, invitando proprio Paola Russo e Alessandro Pompa (con cui avevo nel frattempo stretto amicizia!).
Ora, dopo soli quattro anni, posso dire di intravedere nella psicomotricità un grande strumento per far sperimentare ai bambini un’attività pre-scolastica propedeutica anche all’apprendimento degli scacchi, ma soprattutto di aver collaudato un metodo che sono certo che in futuro sarà adottato universalmente.
Scuola dell’infanzia 6° Circolo didattico.
Venerdì scorso coi bambini della scuola dell’infanzia di via Manzoni a Sassari ho voluto sperimentare un’attività di coordinazione visuo-motoria: ho portato una scacchiera per ogni coppia di bambini; ad una fila ho assegnato il ruolo di Bianco e all’altra di Nero. Divisi in due squadre ho poggiato la mia scacchiera ideografica su un banco ed ho posizionato due pedoni (lungo la colonna A), uno bianco e uno nero, chiedendo ai bambini di mettere il dito nella casa corrispondente… Naturalmente si sono verificate tutte le difficoltà già riscontrate nella scuola dell’infanzia di Ossi, dove avevo tentato lo stesso esercizio. Così dopo il primo “zero a zero” ho dato alcune dritte: “La vedete questa lettera qui, che lettera è?” Ed i bambini in coro: “A!” “Bene! E vedete questi numeri, li sapete ripetere?” E ancora i bambini in coro:”Sì: uno, due, tre…” e così via. Quindi ho fatto notare che il pedone bianco si trovava in A3 e quello nero in A6 ed ho indicato sulle loro scacchiere sul banco lo stesso sistema di numeri e lettere. Quindi abbiamo ripetuto l’esperimento e molti bambini hanno trovato subito la casa giusta. “Bene: vince la squadra bianca per 7 a 4!” E a quel punto i bambini che avevano vinto si sono lanciati in un urlo di gioia. Abbiamo ripetuto l’esercizio dando ad ogni bambino un pedone della scacchiera ideografica, ogni volta davo loro trenta secondi per studiare la posizione, ed ho deciso di “aggiustare” le vittorie delle due squadre per farli pareggiare (non è il momento di gestire la delusione della sconfitta).
Così dopo un salomonico pareggio ho proposto un classico gioco di movimento.
Agilità ed equilibrio.
Siamo usciti nell’ampio spazio interno ed ho disseminato il pavimento (ancora non predisposto a scacchiera) di impronte di piede (le icone del mio metodo ideografico). L’esercizio consisteva nel camminare su un solo piede e cercare di raccogliere quante più impronte possibile. I bambini si sono subito esaltati ed hanno fatto di buon grado questo gioco. Dopo il primo giro ho introdotto una difficoltà: ho messo anche dei fuochi che i bambini non dovevano raccogliere. Dalle loro espressioni di meraviglia ho capito che accettavano la sfida. Così dopo aver completato i turni di tutti i bambini ho proposto che la prossima volta che faremo questo gioco le immagini saranno ribaltate al contrario e loro dovranno ricordarsi quali sono piedi (da raccogliere) e quali fuochi (da evitare).
La memoria dei bambini.
Imparare giocando.
Gli appuntamenti con la psicomotricità su scacchiera gigante presso le scuole dell’infanzia stanno confermando la grande potenzialità di questo nuovo approccio didattico come attività propedeutica alla scolarizzazione delle scuole primarie.
Grazie al coinvolgimento tipico del gioco i bambini imparano a contare, a riconoscere le lettere e anche i primi rudimenti degli scacchi.
Contemporanemente migliorano le proprie capacità mnemoniche, imparando diverse strategie di visualizzazione e di associazione, riuscendo ogni volta a stupire noi istruttori e insegnanti.
Memoria a breve e a lungo termine.
Venerdì scorso presso il 6° Circolo di via Manzoni a Sassari ho chiesto se qualcuno ricordava ancora tutti i frutti preferiti dai bambini elencati la settimana scorsa: si tratta di una verifica sul passaggio dalla memoria a breve termine a quella di lungo termine. Rispetto all’esercizio più astratto che avevo proposto tempo fa ai bambini della scuola di Ossi, in questo caso era coinvolta anche la memoria procedurale, perché i bambini potevano rievocare il ricordo anche basandosi sul ricordo visivo (i bambini nelle varie caselle, o seduti al bordo…), uditivo (la voce dei bambini) o sequenziale (l’atto del camminare casella dopo casella nei “luoghi” percorsi dagli altri bambini). Il risultato è stato molto buono: diversi bambini hanno riepilogato tutte le 16 relazioni della scorsa settimana!
Come si mettono i pezzi sulla scacchiera.
Come si mettono i pezzi degli scacchi?
Stamattina nuovo appuntamento con i bambini della scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo di Ossi-Tissi, delle maestre Giuseppina Capitta, Antonella Sanna e Margherita Nieddu.
Oggi ho voluto introdurre tutti i pezzi per dare ai bambini una panoramica del gioco degli scacchi. Abbiamo iniziato con il chiamare per nome ogni pezzo: Torri, Cavalli, Alfieri, pedoni, Re e Regina.
Quindi ho annunciato che oggi avremmo giocato con la posizione iniziale dei pezzi. Ho allora letto a voce alta la seguente filastrocca:
Prima le Torri ai quattro canti
poi vicino stanno i Cavalieri,
e solo poco più distanti
devi metterci gli Alfieri.
Resta il posto dei regnanti:
Donna bianca sui bianchi, nera sui neri,
i Re vanno in colori contrastanti.
Poi i pedoni battaglieri
li disponi tutti avanti
e parte il gioco, volentieri!