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Come dar fastidio al tuo avversario.
Ho tradotto dal web un esilarante articolo ironico dal sito di Bill Wall, dal titolo originale “HOW TO ANNOY YOUR OPPONENT “. Ve lo propongo col chiaro intento provocatore che voi vi riconosciate in qualcuno di questi tic… anti-sportivi!
Penso sia stato il mio ex coach Billy Lombardy a dire che “A scacchi la vittoria non è sopra ogni cosa, ma è la sola cosa!”. Come saprete ogni scacchista non sopporta di perdere una partita. Pertanto torna utile conoscere la maniera di vincere facilmente senza dover padroneggiare l’arte del giocar bene. L’arte del disturbare l’avversario diventa un must per quelli che non hanno nè il tempo nè la voglia di giocare come un maestro. E questo vale per la maggior parte di noi.
La forma più facile e più diffusa per dare fastidio al proprio avversario è parlare. Ci sono diversi metodi che possono essere adottati per disturbare il vostro avversario, con lo scopo di distrarlo e non fargli giocare buone mosse. Un modo è di parlare direttamente col vostro avversario, sottolineando le sue cattive mosse e dicendogli che la sua posizione è senza speranza. Quando si convincerà di chiamare l’arbitro la sua posizione sarà davvero senza speranze. E naturalmente negherete di aver mai parlato con lui. Direte che era proprio lui a parlare durante tutta la partita.
Se il vostro avversario sta per fare una buona mossa, nonostante il vostro parlare, allora esclamate “Pezzo toccato!” prima che lo faccia effettivamente. Certamente negherà istintivamente di aver toccato alcun pezzo. Ne risulterà comunque che o dimenticherà le sue originali intenzioni, oppure potrebbe dubitare che la mossa che stava per fare fosse sbagliata, e ne farà al suo posto una più debole.
Lo “spirito” di Savielly Tartakower
Ogni appassionato scacchista riconosce le grandiose combinazioni dei campioni del passato, ma coltiva anche una grande ammirazione per coloro che hanno contribuito con le loro idee alla crescita del “nobil giuoco”. Per quanto mi riguarda uno di questi idoli è senz’altro Savielly Tartakower, o Xavier come si è ribattizzato in Francia, che insieme a Reti, Breyer e Nimzowitsch, è stato il pioniere della rivoluzione ipermoderna degli scacchi.
Tranducendo in rima le citazioni riguardanti gli scacchi ho avuto la conferma che nessun altro ha espresso. in forma di aforismi, una tale quantità di motti di spirito (vere e proprie “condensazioni” di saggezza, come avrebbe detto Sigmund Freud!). Pertanto ho deciso di riportare in questo post tutte queste traduzioni, sperando di rendere al lettore anche solo una minima parte del piacere che ho provato io.
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Scacchi al 13° circolo.
Stamattina ho fatto due ore di lezione alla scuola media di Sennori, dove ho notato una grande crescita delle ragazze: presto voglio parlare dell’approccio femminile al gioco degli scacchi, per ora mi limito ad osservare che la differenza nel loro modo di giocare – a mio modo di vedere – risiede solo nella maggiore caparbia dei ragazzi e nella maggiore riflessione delle ragazze.
Dalle 11:00 alle 12:00 ho ritrovato, dopo le vacanze pasquali, la seconda elementare di via Forlanini a Sassari. Ottavio, che ha partecipato al campionato regionale domenica scorsa, ha raccontato ai compagni tutte le sue impressioni del torneo e la felicità di aver partecipato ad una vera festa!
La lezione di oggi, svolta senza scacchiera murale, ha quindi riguardato alcuni aspetti psicologici: muovere in fretta, non considerare le mosse dell’avversario, sperare negli errori dell’altro ecc. Pertanto l’invito rivolto ai bambini è stato quello di giocare in silenzio nella massima concentrazione focalizzando l’attenzione sui piani dei propri compagni.