Archivi per la categoria ‘Psicologia’

A scuola con i Re.

Sabato 09 giugno alle ore 11:00 si terrà a Sorso, presso il Palazzo Baronale, un convegno intitolato “Scacchi a scuola” sull’utilizzo degli scacchi scolastici come strumento educativo e rieducativo in tutti i contesti formativi: scuole, oratori, associazioni, riformatori…
L’evento, fortemente voluto dall’Assessore alla Cultura del Comune di Sorso, Dott.ssa Simonetta Pietri, avrà come ospite principale il Dott. Giuseppe Sgrò, membro della commissione medico-scientifica della Federazione Scacchistica Italiana mentre io, oltre a fare una relazione sull’esperienza col mio metodo ideografico, farò da coordinatore degli interventi.

La presenza del Dott. Giuseppe Sgrò non è casuale: psicologo clinico ed esperto in Psicologia dello Sport, docente/esperto della Scuola dello Sport del Coni – Lombardia, membro della Commissione Medico-Scientifica della F.S.I. Federazione Scacchistica Italiana e dell’Associazione Italiana di Psicologia dello Sport e consulente per PSICOSPORT s.r.l. Dal 2006, in particolare, si occupa di ricerca psicologica sugli scacchi e dell’applicazione del contesto scacchistico in ambiti psicoeducativi (scuola, educazione, rieducazione, psicomotricità, formazione aziendale, riabilitazione, carceri) collaborando con Università, Aziende Sanitarie Locali, Uffici Scolastici Provinciali e Regionali ed enti pubblici e privati interessati a tali progetti; inoltre è ideatore e responsabile dell’organizzazione di eventi scientifico-sportivi nazionali e internazionali.

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La memoria dei bambini.

Imparare giocando.

Gli appuntamenti con la psicomotricità su scacchiera gigante presso le scuole dell’infanzia stanno confermando la grande potenzialità di questo nuovo approccio didattico come attività propedeutica alla scolarizzazione delle scuole primarie.
Grazie al coinvolgimento tipico del gioco i bambini imparano a contare, a riconoscere le lettere e anche i primi rudimenti degli scacchi.
Contemporanemente migliorano le proprie capacità mnemoniche, imparando diverse strategie di visualizzazione e di associazione, riuscendo ogni volta a stupire noi istruttori e insegnanti.

Memoria a breve e a lungo termine.

Venerdì scorso presso il 6° Circolo di via Manzoni a Sassari ho chiesto se qualcuno ricordava ancora tutti i frutti preferiti dai bambini elencati la settimana scorsa: si tratta di una verifica sul passaggio dalla memoria a breve termine a quella di lungo termine. Rispetto all’esercizio più astratto che avevo proposto tempo fa ai bambini della scuola di Ossi, in questo caso era coinvolta anche la memoria procedurale, perché i bambini potevano rievocare il ricordo anche basandosi sul ricordo visivo (i bambini nelle varie caselle, o seduti al bordo…), uditivo (la voce dei bambini) o sequenziale (l’atto del camminare casella dopo casella nei “luoghi” percorsi dagli altri bambini). Il risultato è stato molto buono: diversi bambini hanno riepilogato tutte le 16 relazioni della scorsa settimana!

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Priming: l’innesco della memoria!

Giocare con le lettere.

Stamattina ero ad Ossi, alla scuola dell’Infanzia di Litterai, per il consueto appuntamento con la psicomotricità su scacchiera gigante. La maestra Giuseppina mi ha confessato che i bambini, durante la settimana, hanno avuto maggior difficoltà con la memorizzazione della filastrocca delle lettere e conseguentemente non hanno potuto ancora dedicarsi alla realizzazione dei disegni.
Così ho preso dalla mia borsa delle lettere magnetiche e le ho disposte una per una sulla scacchiera ideografica in ordine alfabetico dalla “A” alla “L” , chiedendo loro di nominarle ad alta voce. Quindi ho chiesto loro di trovare dei nomi di frutti corrispondenti ad ogni lettera (“A” come Arancia, “B” come Banana, “C” come Ciliegia…) secondo un meccanismo che in Italiano si dice di “imbeccata” e in Inglese fa più scena, si dice “Priming”: cioè suggerire la prima lettera di una parola per ricordarla tutta. Dopo 5 minuti di questa attività siamo andati alla scacchiera gigante.

La corsa di fianco.

Oggi era mia intenzione introdurre un gioco per far imparare il movimento del Cavallo. Ma resomi conto dopo i primi tentativi che i bambini non avevano ancora troppa confidenza con alcuni concetti topologici (avanti-indietro, destra-sinistra ecc.) abbiamo fatto fare una corsa lungo il perimetro della scacchiera con dei semplici schemi corporei di coordinazione di gambe e braccia. Anche se l’attività era piuttosto semplice i bambini hanno mostrato una certa difficoltà a coordinare una corsa laterale, perciò dopo una decina di minuti abbiamo ancora cambiato attività.

La gara del “priming”.

Riprendendo l’esperienza appena introdotta in classe delle iniziali delle parole, ho chiesto ai bambini di formare due squadre: ho chiamato Pietro e gli ho consegnato un Cavallo bianco della scacchiera semi-gigante; quindi ho chiamato Salvatore e gli ho dato una Torre nera. Ho chiesto di scegliersi alternatamente un compagno ed una compagna ciascuno, sino a formare due squadre (oggi c’erano molti assenti e i bambini erano “solo” 15, come abbiamo fatto verificare ai bambini con un conteggio “empirico” fatto da loro stessi).
Dunque formate le squadre le abbiamo chiamate una “Dei cavalli” e l’altra “Delle torri” e li ho invitati a sedersi ognuno su una casella di un lato opposto della scacchiera. Il gioco consisteva nel trovare parole che iniziassero con la lettera che io dicevo a voce alta (Priming): il primo bambino che trovava una parola corrispondente (per es. albero per “A”) avanzava di una casella. Il gioco andava avanti sino a quando qualche bambino arrivava dalla parte opposta della scacchiera, cosa riuscita oggi ad Alessia che ha preceduto di poco Miriam della stessa squadra delle Torri.

Gira la ruota.

Per finire abbiamo fatto un altro gioco con la palla. Il cosiddetto “gira la ruota”: che consiste nel lasciar gironzolare liberamente i bambini sulla scacchiera al comando di “gira la ruota, gira la ruota, gira la ruota” sino ad un comando di arresto (un battito delle mani oppure il comando vocale “Stop”!). Al comando di arresto ogni bambino doveva occupare esattamente una casella di un solo colore, e a quel punto io lanciavo la palla ad un bambino che doveva colpire in linea retta (cioé col movimento della torre) un altro bambino; se lo colpiva il bambino colpito usciva dalla scacchiera, altrimenti usciva chi aveva mancato il bersaglio.
Eliminazione dopo eliminazione è rimasto solo un bambino, Iacopo, che è risultato il vincitore e siamo ritornati in classe a riassumere tutti i giochi della giornata per essere pronti a raccontarli agli assenti.