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Il valore del Re!
Stamattina prima ora di lezione con gli scacchi per i bambini della terza elementare di via Gennargentu. Grazie alle vacanze sono stati particolarmente collaborativi (quindi carte scacchistiche in premio per tutti!). La lezione di oggi era sul valore del Re: quasi sempre spieghiamo ai bambini che il suo valore è inestimabile, perchè non si può paragonare al valore di scambio dal momento che il regolamento lo vieta; in genere esemplifico questo concetto con un’analogia “Quanto vale un cuore? Non ha prezzo!” da cui il nuovo proverbio:
Poiché scambiarli non è consentito
il valor di ciascun Re è infinito!
Ma questa informazione, che porta giustamente gli allievi a proteggere il Re ed allontanarlo dalla lotta per tutta la partita, deve essere prima o poi rivista per spiegare il ruolo attivo che il Re deve avere nel finale, dove la sua forza di azione è imprescindibile. Così si introduce il significato di forza di gioco del Re, che non è un valore di scambio, ma che equivale comunque a quello di un pezzo minore: Cavallo o Alfiere.
Psicologia dello sport.
Ieri mattina ho avuto il piacere di inaugurare il nuovo sportello istituito dal CONI provinciale di Sassari in collaborazione con il servizio socio sanitario della USL di Sassari. L’incontro con il dott. Manolo Cattari, psicologo dello sport e già molto attivo in progetti di orientamento sportivo (lui proviene dal Nuoto), è stato molto proficuo!
I temi che mi interessavano erano molteplici: la promozione dello sport; i progetti di inclusione per le disabilità psico-fisiche; l’abbandono dello sport e l’ansia da prestazione. Così abbiamo fatto una chiacchierata di un’ora su tutte le dinamiche che riguardano noi istruttori, i nostri ragazzi e spesso l’ambiente che li circonda (genitori, compagni, scuola…). Sul controllo dell’emotività mi ha dato degli spunti di approfondimento eccezionali, indicandomi la scala IZOF (un articolo da Internet). Inoltre relativamente all’analisi post-partita mi ha aperto gli occhi su un fatto molto semplice: il feed-back non deve diventare un rinforzo affettivo perchè si rischia che il bambino ne diventi dipendente; il consiglio del dott. Cattari è che siano i bambini ad auto-regolarsi, e pertanto l’istruttore deve tendere a favorire la loro auto-consapevolezza.
Così ho rivalutato l’opportunità di creare degli appositi formulari post-partita ad uso dei ragazzi, affinchè siano essi a fare un esame obiettivo del motivo delle loro sconfitte o vittorie. Un esempio di base potrebbe essere quello che trovate qui…
Quindi, in stretta relazione con questo aspetto, siamo passati alle dinamiche del drop-out: la cosa mi interessa molto, perchè nel mondo degli scacchi (ma generalmente ciò avviene in tutti gli sport) intorno ai 13, 14 anni le bambine abbandonano le competizioni e persino le attività nei circoli. Il dott. Manolo Cattari ha rilevato che il correttivo deve essere certamente individuato nel periodo precedente all’abbandono, e riveste un’autocritica che le federazioni sportive devono fare su questo stato di cose: chi abbandona lo sport ha generalmente delle delusioni per la pratica già fatta…
Infine ho illustrato alcune idee sulla sperimentazione della psicomotricità su scacchiera gigante (di cui presto parlerò più estesamente!) e sulle possibili sperimentazioni di ricerca con le Università (anche di questo parlerò presto), e lui si è detto molto ammirato per la grande attività di investimento che stiamo facendo nella nostra disciplina.
Il mio giudizio complessivo sullo “Sportello di psicologia dello sport” e sulla competenza del dott. Cattari è entusiastico: una risorsa gratuita e preziosa per l’attività di tutti gli istruttori e degli allievi (mi è stata rinnovata anche la disponibilità per incontri mirati sulla gestione dello stress degli atleti). Questa iniziativa, per quanto mi riguarda, è una delle cose più interessanti che riguarda lo sviluppo dello sport a Sassari!