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Vasily Smyslov, campione universale,
fu per molti un secondo Capablanca
per la tecnica in apertura e nel finale
ma di tattica il suo stile non manca.
Non amava l’intelligenza artificiale
preferendo la lotta all’arma bianca.
Per lui gli scacchi furono arte e poesia
e cercò sempre verità e armonia.
Implacabile, mossa dopo mossa,
s’impadroniva di tutta la scacchiera;
Michail Botvinnik dell’Armata Rossa
è stato a lungo la prima bandiera.
Ogni rivincita fu per lui riscossa
e alle sue spalle si lasciò una schiera.
Lavorò anni per dare ad un “motore”
la ferrea logica di un calcolatore.
Alexander Alekhine, genio straordinario,
creò un divario con gli altri scacchisti,
annotò i suoi progressi in un diario
con fantasia e un ingegno mai visti.
Sconfisse l’alcool, suo peggiore avversario,
e mise nel sacco sovietici e nazisti…
Ma ancor campione subì l’estremo scacco
quando il suo cuore finì sott’attacco.