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Scacchi e abilità linguistiche.

Gli scacchi sono ormai riconosciuti a livello mondiale come una grande risorsa didattica per migliorare le abilità logico-matematiche, ma sempre più si stanno prendendo in considerazione i notevoli benefici anche nelle varie intelligenze dell’individuo: come quelle spaziali, quelle interpersonali e intrapersonali (secondo la felice espressione di Howard Gardner), quelle emotive, creative e linguistiche.

Sulla relazione tra intelligenza emotiva e scacchi voglio segnalare un bellissimo abstract della Dott.ssa Eleonora Di Terlizzi, mentre sulle abilità linguistiche consiglio di dare un’occhiata al recente articolo apparso su Iplayoo, che considera la maggiore abilità dei bilingui nel giocare a scacchi (ed io aggiungerei, viceversa), e di sfuggita ricordo le numerose ricerche che affermano che si possa rallentare l’invecchiamento cerebrale giocando a scacchi o imparando una nuova lingua.

Ieri pomeriggio ho incontrato i bambini della 2^ A di via Forlanini ed oggi incontrerò quelli della 2^ B (delle maestre Renata Conti, Emanuela De Giovanni e Stefania Arru), dopo la bellissima esperienza dello scorso anno scolastico coronata con un torneo finale nel quale avevo chiesto ai bambini della terza di fare da arbitri in ogni scacchiera.

Un momento del torneo dello scorso anno scolastico.

Ieri ho voluto fare un ripasso, come spesso mi capita, mettendo dei pezzi disordinatamente sulla scacchiera murale e chiedendo ad un bambino per volta di descrivere una possibile azione. Ognuno di loro isola una possibile cattura e deve esprimersi meglio che può per farla capire a tutti; naturalmente questo è propedeutico anche per spiegare successivamente la differenza tra la notazione descrittiva completa e quella sintetica delle coordinate. In questo esercizio io faccio notare loro come sia molto semplice e preciso anziché dilungarsi in descrizioni vaghe (quel pezzo là in basso può catturare quello lì in alto) utilizzare il sistema delle coordinate (l’Alfiere che è in d4 può catturare il Cavallo in a7). Ma la cosa più bella di questo metodo è che , mentre si ripassano i movimenti dei pezzi e ci si rende conto di quante informazioni i bambini si ricordano, la loro attenzione viene orientata verso una gerarchia di processi utile scacchisticamente (accade spesso che i bambini notino la cattura di un Cavallo prima di quella di una Donna, o un Re sotto scacco dopo numerose altre osservazioni…)

Comunque sono rimasto sorpreso della grande partecipazione dei bambini: lo scorso anno, quando erano in prima, abbiamo lavorato molto soprattutto su attenzione e memoria e quest’anno la maggior parte di loro era in grado di contestualizzare i miei proverbi scacchistici. Ecco questa è propriamente la mia riprova empirica che gli scacchi siano utilissimi non solo sulle capacità logico-matematiche  ma anche (tra tutte le altre cose) linguistiche!

 

Il matto di Cesare.

Questo pomeriggio nuovo appuntamento con i bambini della terza primaria del Canopoleno, della maestra Rita Sabatino, dove ho chiesto ai bambini che erano presenti al torneo semilampo di Saccargia (ben 5 ed altri due hanno dato forfait solo all’ultimo momento!) quali erano le loro impressioni. Tutti erano molto contenti sia per l’esperienza che per la premiazione ed io ho la conferma che sia possibile un approccio graduale all’agonismo che tenga conto della loro età.

Ho fatto una lezione semplice sugli scacchi matti rapidi, il matto del “distratto” (nome che da qualche anno attribuisco al tristemente noto “Matto dell’imbecille”), matto dello “spioncino”, matto del barbiere e del “parrucchiere”.

Al termine della lezione teorica ho distribuito le scacchiere per le partite pratiche: come sempre c’è la coda per le richieste di abbinamento (i bambini vogliono spessissimo giocare coi soliti avversari, ma in genere non li assecondo se non per validi motivi: come incentivare bambini poco entusiasti). Come sempre cerco di abbinarli in base al loro livello di gioco o alle loro caratteristiche comportamentali.

La “tridimensionalità” di Gabriele!

Grazie a queste strategie ho già ottenuto il successo di aver completamente integrato i 5 nuovi allievi e soprattutto la bambina che trovava gli scacchi “di una noia mortale!”. Questo pomeriggio i bambini sono stati piuttosto vivaci e rumorosi, e – come ho già fatto anche a Latte dolce – non li ho premiati con le carte scacchistiche; in compenso ho visto una certa fantasia, come la tridimensionalità messa in atto da Gabriele sulla scacchiera murale (poggiata sulla cattedra, per carenza di scacchiere), o il matto ispirato dalla lezione odierna da parte di Cesare: 1.e4-f6, 2. Ac4-a6, 3.Dh5+ – g6, 4.Ae2!?- gxh5?? 5.Axh5# (matto a cui do il nome di spioncino, ma che ho promesso a Cesare che lo avrei ribatezzato col suo nome!)

 

Matto del parrucchiere.

Spesso e volentieri i bambini più “furbi” imparano lo scacco “matto del barbiere” e vincono decine di partite praticamente senza neppure pensare. Quando gli avversari iniziano a capire “l’inghippo” allora magari cambiano un poco la loro “tattica” e proteggono la regina che dà matto col Cavallo invece dell’Alfiere: ho chiamato questo altro matto col nome di “parrucchiere” per somiglianza col “barbiere” (non è un caso che altrove sia chiamato matto degli scolari).

In genere il matto del barbiere è una delle prime lezioni che si fanno subito dopo aver spiegato il movimento dei pezzi, ma ritengo persino diseducativo che bambini con una certa esperienza continuino a praticarlo anche dopo diversi anni: non imparano e demoralizzano i pochi che ancora ci cascano (e spesso ci cascano anche bambini “bravini”). Così quando capita in classe da qualche tempo ho adottato il sistema di far attendere chi vince in questo modo (“Chi cerca la scorciatoia quando la trova si annoia”).

Ho chiamato “matto del parrucchiere” anche il matto simile sull’arrocco. Ieri mattina, coi bambini di una quinta di Latte dolce ho fatto la mia lezione di scacchi in rima e la partita collettiva contro di me si è conclusa proprio con questo tipo di matto su un arrocco. Ne consiglio la visione ai miei “colleghi” istruttori per ispirarsi nella loro didattica: gli errori dei bambini sono davvero tipici e non dubito che si verifichino in ogni “latitudine”.

[pgn

Event “?”]
[Site “Sassari”]
[Date “2012.10.01”]
[Round “?”]
[White “5^ B Latte dolce”]
[Black “Sebastiano”]
[Result “0-1”]
[ECO “A00”]
[Annotator “,Sebastiano”]
[PlyCount “30”]
[EventDate “1971.09.30”]
[SourceDate “2012.10.02”]

1. e3 e5 {“L’avversario cede spazio, prima lo prendo e dopo ringrazio”} 2. h4
d5 {“Attacco laterale, contrattacco centrale”} 3. Nf3 Nc6 4. Ng5 {
“Stesso pezzo muovi ancora ed ogni altro si addolora…”} Nf6 5. g3 {
“Altra strada non aprire se un Alfiere può già uscire.”} h6 {
Che ti piaccia o non ti piaccia bada sempre alla minaccia.} 6. Nf3 {
“Finita l’avventura con misera figura”} Bg4 7. Bb5 e4 {
“Pezzo sotto inchiodatura, un pedone lo cattura.”} 8. O-O Bxf3 {
“La Regina è un pezzo forte: tutti le fanno la corte!”} 9. Be2 Bxe2 {
Chi è in vantaggio di materiale cambia i pezzi e va in finale.} 10. Qxe2 Bd6 {
“Pezzo fermo, pezzo infermo”} 11. Qb5 {
“Lasciare i pezzi in casa di partenza non è proprio una gran scienza.”} Qc8 12.
a4 Qh3 {Un fianchetto senza l’Alfiere è come un palazzo senza portiere.} 13.
Qxb7 {Chi va a caccia di pedoni resterà con la lingua “penzoloni”.} Ng4 14.
Qxa8+ {“Sembra un regalo grande e bello, ma attenzione: era un tranello!”} Ke7
15. Qxh8 (15. Re1 {Non salvava neppure questa.} Qh2+ 16. Kf1 {Per terminare la
lezione ho lasciato che fossero loro a scoprire lo scacco matto.} Qxf2#) 15…
Qh2# {“Ed il Re resta a vedere questo matto del parrucchiere”} 0-1

 

[/pgn]