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Filastrocche scacchistiche
Proseguono le lezioni in via Forlanini coi bambini di terza. Oggi ho letto loro la filastrocca della “Cattura di un pezzo sul pedone” e poi abbiamo giocato la partita didattica seguente. Le rime emerse sono state laterale e impedonati, per le quali era richiesto di trovare le rime per la nuova filastrocca. I bambini sono molto partecipi e spesso trovano rime interessanti; oggi Niccolò ha ideato questo proverbio:“Cavallo laterale prende un colpo letale”.
[pgn
[Event “?”]
[Site “?”]
[Date “????.??.??”]
[Round “?”]
[White “?”]
[Black “?”]
[Result “*”]
[PlyCount “22”]
1. Nc3 d5 2. Nh3 $6 {Cavallo laterale…} Bxh3 {Tante volte porta male!} 3.
gxh3 {Pedoni isolati, pedoni doppiati son tutti pedoni malandati…} e5 4. Rg1
{Ogni Torre è meglio che vada dove pensa che avrà più strada.} Nf6 {
Con la mia mossa il centro controllo: sono un Cavallo, mica un pollo!} 5. Na4
$2 {Cavallo nel bordo, Cavallo balordo!} d4 6. Bg2 {
Attenzione dai fianchetti, o la Torre ci rimetti!} c6 7. d3 $2 b5 {
Cavallo al lato, Cavallo dimezzato.} 8. b3 bxa4 9. bxa4 Be7 10. Bg5 O-O 11.
Bxc6 $4 {Mangi un pedone come un confetto, e non ti accorgi che è protetto.}
Nxc6 {Cavallo centrale, Cavallo ottimale.} *
[/pgn]
Un Cavallo originale
C’era un Cavallo assai originale
che cavalcava sempre verso i lati
e proprio mai nella zona centrale
dov’è l’erba dei più verdi prati.
Un giorno durante un temporale
si ritrovò coi ferri impantanati
ed un alfiere lungo una diagonale
lo spinse fuori tra i pezzi catturati.
Il Cavallo guardò solo il suo rivale
finire anch’esso tra i condannati
grazie al coraggio eccezionale
dei pedoni, suoi amici fidati.
Pur tuttavia, com’era naturale
essi si ritrovarono isolati…
Il Cavallo laterale porta male
anche ai pedoni che lascia malandati.
Gli scacchi: gioco violento…
Pare che il primo a definire gli scacchi un sport violento sia stato nientemeno che l’artista Marcel Duchamp, poi il campione del mondo Garry Kasparov ha rincarato la dose affermando che sia “Lo sport più violento che esista”. In effetti anche per chi ha un animo pacifista non è possibile nascondere che il gioco degli scacchi è prima di tutto uno scontro, o per dirla con Lasker una lotta, dove (parole di Bobby Fischer) si tratta di schiacciare l’ego avversario. E concludiamo le citazioni con un’altra cruenta immagine di Niegel Short, che per vincere a scacchi è necessaria una volontà “omicida” (il virgolettato è mio).
In effetti già la posizione di partenza è lo schieramento di due eserciti che si fronteggiano, e nulla è più violento e assurdo di una guerra: catture, sacrifici, eliminazione fisica delle unità opposte… Ma allora, si dirà, è quanto di più diseducativo da insegnare ai bambini. Oppure, questa è la proposta, si deve cercare di rendere metaforica questa battaglia, facendola apparire come un confronto di idee: vince chi fa meno errori di ragionamento! Le parti in gioco sono delle tesi dialettiche da sostenere, si tratta di con-vincere il proprio interlocutore.
Questo spiegherebbe anche il perchè i due giocatori si attardano dopo lunghissime partite in altrettanto estenuanti analisi per ricercare le falle delle proprie argomentazioni, o addirittura delle proprie convinzioni.
Mosse semplici
Nelle prossime stampe delle carte scacchistiche saranno introdotte delle novità: nuovi fumetti, nuovi proverbi, nuovi quadri di matto e anche nuovi tatticismi semplici di cui parlerò nel presente post.
L’idea originale delle carte era stata dedicata agli scacchi matti (in difficoltà crescente da una mossa a 4 mosse) a cui erano associati dei nomi per una facile memorizzazione dei pattern più tipici. Col tempo però ogni livello di difficoltà ha catalogato anche posizioni di apertura, diagrammi di finali, rime scacchistiche ed altro ancora…
Il primo livello, colore che va dal celeste all’azzurro, raccoglie per esempio i movimenti dei pezzi (accompagnati da rime per ricordarli meglio); i proverbi con dei personaggi in fumetti o delle clip-art; i quadri di matto finiti con frecce che indicano lo scacco e l’impossibilità del difensore (in genere il Re nero) di muoversi.
Oltre a ciò particolarmente importanti mi sembrano le carte che ho denominato “Mosse semplici”; si tratta di semplici azioni tattiche che portano un vantaggio: attacchi doppi, inchiodature, infilate ecc. Le ho ulteriormente catalogate in mosse corte (come la forchetta per es.) e mosse lunghe (come le catture dai fianchetti per es.) e servono per “fare l’occhio” delle più semplici operazioni scacchistiche: le minacce e le doppie minacce.