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Faine e galline.

Sempre più spesso ultimamente sto utilizzando varianti eterodosse, anche inventate per l’occasione, nelle mie lezioni presso gli oratori o a scuola. L’esigenza nasce nel primo caso per affrontare l’eterogeneità dei livelli di gioco e di età (gruppi di bambini dai 6 ai 10 anni); nel secondo caso come compromesso tra classi diverse della stessa scuola o tra bambini che sanno giocare e bambini che stanno appena imparando facenti parte della stessa classe (capita sempre più spesso).

Inoltre alcuni giochi proposti sulla scacchiera si rivelano particolarmente efficaci per fare acquisire una certa visione e familiarità col movimento dei pezzi (come la “variante di Sorso” o gli “scacchi di Pollicino“). Così la settimana scorsa ho perfezionato e messo in pratica una nuova variante che ho voluto chiamare “Faine e galline”, di cui ho già in mente una splendida versione da proporre in ambito pre-scolare con la psicomotricità su scacchiera gigante.

Si tratta di mettere tutti i pedoni neri (il colore non ha alcuna importanza) sull’ottava traversa, mentre si posizionano a caso due Regine bianche. Lo scopo è catturare tutti i pedoni neri che si muovono tutti di un passo dopo ogni mossa di Regina (come già nella variante di Sorso). Il gioco richiede una certa pianificazione, perché altrimenti non è possibile fermare tutti i pedoni. Inoltre il fatto di posizionare casualmente le due Regine penso possa anche avere delle implicazioni matematiche, ma invito gli esperti a pronunciarsi in tal senso: sono pronto ad ospitare le loro formalizzazioni teoriche!

I bambini a cui l’ho proposto si sono divertiti molto, ed alcuni – tra una partita e l’altra – cercavano di risolvere il livello estremo (quello con una sola Faina a caccia delle galline!)

Psicomotricità: contare col corpo!

La scacchiera 10×10

Stamattina nuova lezione di psicomotricità su scacchiera gigante con i bambini della scuola dell’infanzia di Ossi. Grazie all’ottimo lavoro delle maestre Giuseppina Capitta, Margherita Nieddu e Antonella Sanna, oggi abbiamo inaugurato la scacchiera predisposta all’interno della scuola: le caselle sono in totale 100, suddivise in dieci colonne per 10 traverse, per sfruttare i giochi di psicomotricità agganciandoli al sistema decimale. La bella scacchiera è stata ricavata con 50 quadrati di carta adesiva rossa che creano un motivo alternato in contrasto col pavimento, il tutto incorniciato da un perimetro di nastro adesivo verde.

La filastrocca dei numeri.

Come introduzione alla scacchiera 10×10 ho ideato una breve filastrocca sui numeri, particolarmente stimolante per le intelligenze multiple, perchè si fa riferimento a diverse modalità: visiva, auditiva e cinestesica. L’idea, che è un tutt’uno con il metodo ideografico, è che si lascino aperti più canali possibili al coinvolgimento e alla comprensione da parte dei bambini, così che ogni tipo di abilità dei bambini possa esprimersi e non solo quelle più privilegiate dagli adulti e dalla scuola. La possibilità di far memorizzare con il corpo la capacità di contare e ricordare fa parte di questa idea e la filastrocca seguente ne è un esempio:

Uno, c’è un campo di grano
due, salta su un piede
tre, alza una mano
quattro, ognuno si siede
cinque, ci alziamo pian piano
sei, raccogli le schede
sette, fai un verso strano
otto, che cosa succede?
nove, sei tanto lontano
dieci, nessuno ti vede!

Dunque ogni bambino, posto fuori della scacchiera, doveva far l’ingresso alla sua scoperta (uno, c’è un campo di grano – modalità auditiva); quindi subito era impegnato in una piccola difficoltà di equilibrio (due, salta su un piede – modalità cinestesica); poi doveva sollevare la mano (tre, alza la mano – ancora cinestesica); quindi ancora equilibrio (quattro, ognuno si siede – cinestesica, ma anche visiva); quindi coordinazione  motoria (cinque ci alziamo pian piano – cinestesica);  superata la metà del percorso il primo segnale estraneo alla scacchiera, due schede colorate sul pavimento (sei, raccogli le schede: modalità sia cinestesica che visiva);  quindi una finestra alla fantasia (sette, fai un verso strano – modalità auditiva);  quindi i bambini dovevano guardarsi attorno a 360 gradi (otto, ma cosa succede? – modalità visiva); (nove, sei tanto lontano – auditiva e visiva);  i bambini erano invitati a sparire dalla scacchiera nascondendosi o eclissandosi al di fuori di essa (dieci, nessuno ti vede – visiva e cinestesica).
Dopo i primi bambini che sono stati accompagnati dalla mia voce, o dalla voce delle maestre o persino dalla lettura della bravissima Asia, abbiamo chiesto ai bambini di turno se avessero preferito provare ricordandosi i passi, oppure ascoltando la filastrocca. Alla fine sono diventati molto rapidi e coordinati.

Ruba-bandiera.

Il secondo gioco proposto è stato il classico ruba-bandiera (altre informazioni su classici giochi riproposti su scacchiera gigante li trovate in questo mio altro articolo ): venti bambini disposti ai lati di ogni colonna al di fuori della scacchiera; dopo aver assegnato ad ognuno di loro un numero da uno a dieci e stabilita la relazione di coppia col bambino della squadra sul lato opposto abbiamo iniziato le gare, cercando di stimolare la loro attenzione. Al raggiungimento del punteggio di 10 a 8 il gioco è finito e siamo tornati in aula.

Appena rientrati ho chiesto ai bambini se qualcuno era in grado di ripetere la filastrocca e la maggior parte di loro sono stati in grado senza troppe difficoltà di recitarla (qualcuno persino di leggerla, o quantomeno di far finta!)  dimostrando come la memoria viene molto rinforzata sia dalla ripetizione (in fondo l’hanno sentita non meno di una ventina di volte) e soprattutto dalla partecipazione corporea al conteggio che ha stabilito un ritmo mnemonico ma anche procedurale.

Matto di “Maria Antonietta”

Anche questo pomeriggio al Canopoleno abbiamo proseguito col secondo gruppo (bambini della seconda e quinta elementare) il lavoro sugli scacchi matti, grazie anche alla collaborazione del mio allievo Luca Princivalle, che sta facendo affiancamento per poter al prossimo corso per istruttori prendere l’abilitazione, e dell’impagabile maestra Rita Sabatino.

Dopo una partita didattica (io giocavo contro di loro alla cieca) conclusasi in una quindicina di mosse con lo scacco matto, abbiamo lasciato alla fantasia dei bambini di scoprire nuovi matti. Ancora una volta sono rimasto stupito della creatività e immaginazione di Giulia: una volta si è inventata il matto della frittella (col Re mattato al centro della scacchiera), un’altra volta abbiamo dato il suo nome ad un matto (cosa che ha suscitato l’imitazione di tutti gli altri!) ed oggi addirittura s’è inventata il matto di Maria Antonietta. Inizialmente non avevo capito cosa intendesse: pensavo lo volesse “dedicare” a una sua amichetta… Poi ho sentito:”Come la povera Regina Maria Antonietta!”. Allora ho capito che si riferiva proprio al tipo di matto, che i Francesi chiamano proprio “guillotine” (ma non credo proprio che Giulia potesse saperlo). Quindi ora ho due nuove carte da stampare: il matto di Giulia e quello di “Maria Antonietta”!

In grande forma oggi anche Roberto, Cesare e Francesco, autore di ben due matti!