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Scacchi scolastici: una risorsa multidisciplinare.
Gli scacchi a scuola.
La recente notizia che il Parlamento europeo auspica che gli scacchi diventino materia scolastica complementare sta aprendo un certo dibattito, tra entusiasti e scettici, sia nel mondo degli scacchisti che in quello della Scuola. Volendo stimolare le considerazioni degli uni e degli altri mi piace proporre qui alcuni ragionamenti.
Lo faccio con una carrellata tratta dalla mia quotidiana attività di istruttore presso le scuole, ripercorrendo una settimana tipo e mostrando quanto possano essere utili gli scacchi intesi come risorsa didattica integrata con i curricula scolastici.
Aspetto ludico e di aggregazione.
Tutti i lunedì faccio lezione alle quarte della scuola primaria di via Washington, dell’Ottavo circolo didattico “Galileo Galilei”. Le maestre per ottimizzare il tempo a disposizione hanno preso la decisione di unire le due quarte in un unico gruppo (per un totale di 35 bambini!) e consentire anche ad una terza di poter usufruire di un’ora di scacchi.
Durante le lezioni oltre al piacere delle partite in sè c’è anche quello di confrontarsi con bambini che solitamente non fanne parte della propria cerchia.
Questo è sempre auspicabile quando si fanno scacchi in diverse classi della stessa scuola (o anche di plessi diversi) farli incontrare in qualche torneo scolastico.
Come si mettono i pezzi sulla scacchiera.
Come si mettono i pezzi degli scacchi?
Stamattina nuovo appuntamento con i bambini della scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo di Ossi-Tissi, delle maestre Giuseppina Capitta, Antonella Sanna e Margherita Nieddu.
Oggi ho voluto introdurre tutti i pezzi per dare ai bambini una panoramica del gioco degli scacchi. Abbiamo iniziato con il chiamare per nome ogni pezzo: Torri, Cavalli, Alfieri, pedoni, Re e Regina.
Quindi ho annunciato che oggi avremmo giocato con la posizione iniziale dei pezzi. Ho allora letto a voce alta la seguente filastrocca:
Prima le Torri ai quattro canti
poi vicino stanno i Cavalieri,
e solo poco più distanti
devi metterci gli Alfieri.
Resta il posto dei regnanti:
Donna bianca sui bianchi, nera sui neri,
i Re vanno in colori contrastanti.
Poi i pedoni battaglieri
li disponi tutti avanti
e parte il gioco, volentieri!
Canopoleno: la regola del quadrato.
Mercoledì scorso per la lezione teorica al Convitto del Canopoleno, dove seguivo il gruppo formato prevalentemente dalla seconda primaria della maestra Rita Sabatino, avevo preparato un argomento un po’ più tecnico del solito: la regola del quadrato.
Per prima cosa ho posizionato un pedone bianco in a3, un Re bianco in b1 ed uno nero in g8; quindi ho chiesto alla classe secondo loro quale era il risultato più probabile: una vittoria del Bianco o un pareggio; la risposta – senza neppure chiedermi a chi spettasse la mossa – è stata pressoché unanime a favore del Bianco. Così – subdolamente – ho lanciato la sfida: “Fatemi vedere!”
Dopo 3 o 4 tentativi falliti gli ho spiegato la regola del quadrato. Per prima cosa ho detto loro di tracciare dal pedone una linea in diagonale sino a raggiungere l’ottava traversa; quindi tracciare una linea in verticale ed una in orizzontale sino a raggiungere la colonna e la traversa in corrispondenza del pedone e infine chiudere il quadrato (in questo caso con vertici nelle case A3, F3, A8 e F8). La regola dice che se il Re difendente, con la sua mossa, entra nel quadrato, ma basta anche il suo perimetro, allora è in grado di raggiungere il pedone avversario lanciato a promozione; se invece anche muovendo non riesce ad entrare nel quadrato allora il pedone correrà indisturbato a promozione. Per i miei amici istruttori che volessero ripetere quest’unità didattica consiglio anche la mia filastrocca (con illustrazione di Francis Manfredi) sull’argomento.
Dopo la spiegazione ho chiesto ad ognuno di loro di esprimersi sulla regola del quadrato di una quindicina di situazioni analoghe, suggerendo sempre di dare un’occhiata alla diagonale del quadrato per avere un più facile colpo d’occhio. Quindi ho lasciato che giocassero, anche questa volta con l’orologio.