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Fantasia!
Nell’immaginario comune gli scacchi sono associati ad un “rompicapo” di pazienza e dove la seriosità e il rigore debbano regnare sovrani. Chi venisse con me un giovedì all’ottavo circolo di Sassari (plessi di via Genova e via Civitavecchia) si ricrederebbe non poco. Questo sia per la vivacità dei bambini, che demolirebbe subito lo stereotipo di un gioco fatto nell’assoluto silenzio, sia per la loro propensione alla fantasia e alla creatività.
Da tempo ho imparato che a scuola, a differenza che nella sede del Circolo scacchistico, si debba assecondare le variazioni sul tema tanto care ai bambini (ma anche ai ragazzi più grandi delle scuole medie): come giochi eterodossi o divagazioni sui protagonisti della partita. Così ora non mi “scandalizzo” più per le personalizzazioni delle scacchiere o sull’utilizzo improprio dei pezzi; non mi stupisco più delle evoluzioni fantastiche dei loro resoconti delle partite vive e resto sempre più ammirato per la loro ricerca di nuovi mezzi di espressione.
Forse questa libertà è un altro merito del mio metodo ideografico, che facendo molto uso delle immagini sulla scacchiera, nelle carte e nei proverbi, invita i bambini ad essere originali nell’invenzione di proprie situazioni di rappresentazione. Questo giovedì la mia giornata è stata caratterizzata da una lezione particolare: ho preparato un album con una trentina di proverbi illustrati (con clipart tratte da Internet) che riassumono molti principi generali e anche regole di contegno. I bambini si sono molto divertiti e come già detto sono stati stimolati a crearne di propri (ancora una volta un gruppetto della terza di Domenica Mura ha lavorato sodo in tal senso!).
Scacchi e creatività.
Da qualche tempo la mia abitudine di commentare le partite dei bambini coi miei proverbi scacchistici sta facendo proseliti: oltre ai bambini della terza di via Forlanini (che ormai stanno diventando poeti “in erba”), ora anche i miei allievi di Osilo si stanno lanciando nel trovare rime. La scorsa settimana Tiziano Federici ne ha sfoderato una niente male: “Se la Torre non ce l’hai, l’arrocco non lo fai!”.
Ma il motivo del presente post è la piacevole sorpresa ricevuta da un bambino della classe di Domenica Mura in via Genova, Giulio Marras, che non solo è in grado di inventarsene facilmente uno ogni 5 minuti, ma ci disegna pure dei fumetti: insomma è ancora più creativo di me!
Così per gratificarlo voglio dedicare ai suoi lavori questo mio post, pubblicando alcuni dei suoi proverbi creati sotto i miei occhi giovedì scorso. Oltre ad averli letti a tutta la classe che ha apprezzato molto la bravura di Giulio li ho fotografati e gli ho dato qualche consiglio, soprattutto a beneficio di alcuni suoi compagni che si sono subito associati per trovarne degli altri.
Questa è la dimostrazione del grado di coinvolgimento anche nell’aria umanistica, oltre quella logico-matematica, che gli scacchi possono sviluppare naturalmente: infatti nessuna richiesta in tal senso era stata fatta né ai bambini di Osilo, né a questi altri di via Genova.
Lezione interattiva.
Tutti promossi!
Proseguono le lezioni di base presso le prime elementari di via Forlanini per il progetto “Tutti promossi”, che sta riscuotendo un grande successo di partecipazione tra i bambini coinvolti. Grazie all’attiva collaborazione delle maestre Renata Conti, Emanuela De Giovanni e Stefania Arru i bambini stanno sempre più trovando strategie per una migliore comprensione del gioco degli scacchi ma anche per una più disciplinata attività scolastica.
La scacchiera semi-gigante.
Giovedì pomeriggio ero coi bambini della maestra Renata e per variare la parte “teorica” della lezione ho portato con me la scacchiera semi-gigante e l’ho posizionata proprio al centro dell’aula, tra i banchi della classe. Quindi ho distribuito un pezzo per ognuno di loro ed ho chiesto a turno di entrare dentro la scacchiera e mostrare il movimento corrispettivo e poi lasciare il pezzo sulla casa di arrivo. Quando qualcuno poteva eseguire una cattura tornava al proprio banco col pezzo catturato (opzione di gran lunga più preferita!).
Il gioco di memoria.
Al termine di questo gioco – prima di passare alle partite classiche a tavolino – abbiamo fatto un gioco di memoria: ho chiesto ai bambini di provare a ricordare senza guardare tutti i pezzi che erano sui banchi dei compagni… Dopo alcuni tentativi falliti il bravissimo Davide M. ha ripetuto – tra lo stupore generale – tutti i pezzi corrispettivi dei propri compagni.
Questo genere di lezione (in questo caso è durata venticinque minuti) è l’ideale quando si stanno facendo le prime lezioni ed è necessario ripassare ancora i movimenti dei pezzi; infatti in questi casi durante le partite i bambini sono molto rumorosi perchè le contestazioni sono molto frequenti. Allora grazie all’interattività e alla partecipazione attiva, anche col corpo, i bambini riescono a stare concentrati a lungo, spesso anche per tutta l’ora.
Tenere d’occhio le regole.
In questo caso li ho lasciati giocare per una buona mezz’ora e quando mancavano 5 minuti alla fine ho perentoriamente dato l’ordine di ritirare come a volerli rimproverare per la loro litigiosità… Ho quindi chiesto ai bambini: “Per quale motivo si litiga mentre si gioca?” e tra le loro risposte ho sottolineato quella di Alessandra: “Si bisticcia quando qualcuno non ha capito i movimenti giusti. Allora sarebbe meglio fare dei cartelli con i movimenti di tutti i pezzi e appenderli sul muro della classe!”. “Ottima idea! La prossima volta vi porto delle figure e le appenderemo in aula!”