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Vignette

Il mio allievo Marco Cannas mi ha portato ieri altri nuovi disegni, alcuni dei quali li presento qui di seguito sotto forma di vignetta con le mie rime mentre altri – relativi ai temi di matto – li utilizzerò presto anche nelle mie carte scacchistiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anastasia

La batteria di pezzi che propongo oggi è quella di Anastasia: Donna + Torre + Cavallo, che oltre al solito omaggio a Calvino unisce anche una citazione al famoso matto di Anastasia (tratto da una novella di Wilhelm Heinse). Il tipico quadro di matto è il seguente:

Il Bianco muove e da matto in tre mosse.

 

 

 

 

 

 

 

 

La citazione della città di Anastasia di Calvino invece è la seguente:

“Di capo a tre giornate, andando verso mezzodì, l’uomo s’incontra ad Anastasia, città bagnata da canali concentrici e sorvolata da aquiloni. Dovrei ora enumerare le merci che qui si comprano con vantaggio: agata onice crisopazio e altre varietà di calcedonio; lodare la carne del fagiano dorato che si cucina sulla fiamma di legno di ciliegio stagionato e si cosparge con molto origano; dire delle donne che ho visto fare il bagno nella vasca d’un giardino e che talvolta invitano – si racconta – il passeggero a spogliarsi con loro e rincorrerle nell’acqua. Ma con queste notizie non ti direi la vera essenza della città: perchè mentre la descrizione di Anastasia non fa che risvegliare i desideri uno per volta per obbligarti a soffocarli, a chi si trova un mattino in mezzo ad Anastasia i desideri si risvegliano tutti insieme e ti circondano. La città ti appare come un tutto in cui nessun desiderio va perduto e di cui tu fai parte, e poichè essa gode tutto quello che tu non godi, a te non resta che abitare questo desiderio ed esserne contento. Tale potere, che ora dicono maligno ora benigno, ha Anastasia, città ingannatrice: se per otto ore al giorno tu lavori come tagliatore d’agate onici crisopazi, la tua fatica che dà forma al desiderio prende dal desiderio la sua forma, e tu credi di godere per tutta Anastasia mentre non ne sei che lo schiavo.”

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Tempo

Illustrazione di Francis Manfredi

Meglio sedersi sulle proprie dita

che incappare in qualche brutta svista

e rovinare una bella partita

che poteva diventare una conquista;

e quando la battaglia è ormai finita

non è gran prova da scacchista

dopo l’error farsi pure l’elogio

d’aver del tempo, ancor, sull’orologio…