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Tattica.
Mercoledì scorso ho proseguito alla scuola media n° 11 di Li Punti le lezioni riguardanti gli elementi tattici. Dopo aver trattato la minaccia semplice e la doppia minaccia, abbiamo visto le varie “combinazioni” delle minacce secondo la mia personale accezione. Come già scrissi altre volte, secondo me la combinazione non è altro che il combinarsi di più elementi tattici in una unica posizione, mentre la letteratura scacchistica in genere presuppone sempre un sacrificio per la parte attiva.
Sia come sia, sacrificio o non sacrificio, lo studio della tattica è sempre consigliabile partendo dagli elementi semplici, per poi combinarli in modo sempre più complesso. Così col gruppo di Li Punti abbiamo visto mercoledì alcuni azioni tipiche: l’inchiodatura, l’infilata, lo sgombero e l’attacco di scoperta, il sovraccarico, l’adescamento e la deviazione, l’intereferenza e il blocco.
Idee per un facile “ripasso”
Questo mercoledì ho fatto le consuete lezioni presso l’istituto comprensivo di Osilo, dopo la lunga pausa per le festività. Si poneva il problema di vedere quante nozioni le due nuove classi avevano nel frattempo dimenticato; così ho deciso di introdurre una variante eterodossa del gioco, la cosiddetta “vinci-perdi”. Si tratta di giocare in modo che l’avversario catturi tutti i nostri pezzi: in pratica la vittoria consiste nel perdere “scientemente” la partita. Ricorro a questo stratagemma in casi particolari: quando voglio che gli allievi addestrino l’occhio a vedere tutte le possibili catture; quando c’è troppo poco tempo per fare una nuova partita (in genere dai 3 ai 5 minuti per finire la lezione); quando un bambino ha perso due partite con lo stesso avversario ma non sia possibile procedere ad un nuovo abbinamento che consenta anche allo sconfitto di sorridere.
L’esperimento è andato benissimo: oltre al divertimento dei bambini ho potuto constatare che la pausa non è stata “deleteria” per il loro apprendimento. Invece per i ragazzi della quinta ho “rispolverato” una variante dell’ispettore di scacchi, che consiste nel mettere sulla scacchiera un frammento di posizione col Re che è stato mattato, ma togliendo proprio il pezzo che gli ha dato matto, facendo sì che fossero i bambini stessi a scoprire quale fosse. Per ogni quadro di matto abbiamo quindi assegnato il relativo nome, giusto per ripassare il loro repertorio di matti (pattern recognition).