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Canopoleno: pattern recognition.
La lezione di questo pomeriggio al Canopoleno di Sassari è stata tutta dedicata alla tattica, prima degli elementi basilari: attacco doppio, attacco di scoperta, infilata, inchiodatura ecc. Quindi nelle partite libere ho chiesto di chiamarmi ad una mossa prima del matto, per fare un’istantanea del quadro di matto, attribuirgli un nome corrispondente a quello delle carte scacchistiche e far sì che rimanga impresso nella loro memoria.
Durante la lezione “teorica” i bambini erano molto motivati nella ricerca dei tatticismi e secondo la mia personale esperienza posso dire che non mostrano lo stesso entusiasmo quando si parla invece di concetti un po’ più strategici, segno che i principianti si arricchiscono molto volentieri di nuovi schemi per chiudere la partita, ma più raramente di metodi per condurla bene quando si è in parità…
- Matto del coccodrillo
- Matto del cuneo
- Matto del coccodrillo
- Il Bianco muove e dà matto della catapulta
Sorso: scacchi semi-giganti.
Stamattina quarta lezione per le classi seconda e terza della scuola primaria di Sorso. Con i bambini di seconda abbiamo visto le regole dell’arrocco e subito dopo ho spiegato i matti fondamentali con le due torri. Prima abbiamo lavorato con la scacchiera ideografica e subito dopo ho fatto in modo che applicassero le nuove conoscenze direttamente sulla scacchiera semi-gigante sistemata sui loro banchi. L’effetto è stato molto coinvolgente e tutti hanno voluto “toccare con mano” il procedimento per dare matto o con le sentinelle, o con i passeggiatori.
Nella terza invece, poiché sono più avanti avendo fatto molte lezioni lo scorso anno, abbiamo fatto una partita ragionando sui principi generali sottolineati dai miei proverbi (“Torre messa presto in gioco, quasi sempre dura poco!” “Chi lascia il centro senza controllo, rischia davvero di rompersi il collo” “Lasciare i pezzi in casa di partenza non è proprio una gran scienza”). Inoltre abbiamo ripassato i valori dei pezzi per i calcoli sul materiale catturato, e infine abbiamo concluso la partita con un classico matto: quello della “soffitta” (La Regina zitta zitta ti fa il matto della soffitta!).
“Ho battuto il maestro!”
Da qualche anno ho scoperto che per attenuare la frustrazione per la sconfitta dei bambini più piccoli (da5 a 8 anni), quando giocano con me, sia quella non di giocar male di proposito per lasciarli divertire (cosa che può essere controproducente), ma girare la scacchiera quando si acquisisce un vantaggio, o meglio ancora ad una mossa dal matto.
Quando capita si gira la scacchiera e si dice: “Ora il Nero dà scacco matto in una mossa, scoprilo!” Il bambino si dimentica in un attimo che giocava coi bianchi e contribuisce alla vittoria del Nero. Quando finalmente scopre lo scacco matto riceve i miei complimenti e non c’è traccia di delusione per la partita che si era messa male.
La gioia è tale che molto spesso quando tornano i genitori per riaccompagnarli a casa la prima cosa che dicono è “Mamma, oggi ho battuto il maestro!”.