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Matto del “carabiniere”
E dopo Latte Dolce non potevo non parlare anche del quartiere di Santa Maria di Pisa (dove sono cresciuto) nel quale sto seguendo alcune classi della scuola n° 13 di via Cilea, una delle quali – dove mi trovavo stamattina – per il progetto nazionale S.A.M. (scacchi applicati alla matematica) dell’INVALSI.
La cosa più eccezionale di questa scuola è la bellissima integrazione della comunità dei ROM, che frequentano la scuola con un rispetto ed una disciplina assai sopra la media degli Italiani… Il loro impegno negli scacchi in genere è molto sincero, e in qualche caso persino sorprendente. Spero di poter al più presto raccontare qualcosa di più di questa bellissima esperienza.
Oggi è stata la giornata del Matto del carabiniere, cioè il matto fondamentale che si esegue con Re e Torre contro il Re: un metodo un po’ più lungo ma molto più elementare, ottimo per chi sta iniziando! L’ho mostrato ai bambini di via Gennargentu, a quelli di via Cilea, ai ragazzi della scuola media di Sennori e questo pomeriggio anche alle terze di via Washington.
Lo scacco matto “ittirese”…
Volge al termine il laboratorio di scacchi presso la scuola primaria di Ittiri, dove – per il terzo anno consecutivo – si è utilizzata la risorsa contro la dispersione scolastica messa a disposizione dalla Regione Sardegna. Grazie a questi laboratori posso dire di aver messo a punto, con l’aiuto del mio amico Michele Devilla che mi ha sempre affiancato proprio nei progetti di Ittiri, il mio personale “metodo ideografico” e le sue innovative potenzialità didattiche.
Un esempio è dato dalla costante attenzione dei bambini verso la possibilità di dare un nome a qualche quadro di matto, dovuto al successo che le carte scacchistiche hanno nel loro immaginario: mi ricorda l’ambizione di tutti gli scacchisti di poter trovare una novità in apertura nella speranza che essa possa portare il proprio nome!
Così nel post di oggi voglio rendere un omaggio ad un bambino che ha sempre dimostrato una grande passione per gli scacchi, Matteo Pinna, il cui entusiasmo è leggibile dal modo in cui gli brillano gli occhi ogni volta che trova una bella mossa sulla scacchiera… e quando la realizza viene a chiamarmi per chiedermi “come si chiama questo matto?”
Così all’ennesima richiesta gli ho risposto “Fantastico: questo non ha ancora un nome, lo chiameremo lo scacco matto ittirese, in onore a Matteo!” Così gli ho chiesto di posare per una fotografia e abbiamo ribatezzato il suo scacco matto “Ittirese”…
Mercoledì, 21 aprile
Questa mattina ero coi bambini della prima elementare di via Forlanini, che mi hanno raccontato dei loro tentativi col metodo Feuerstein che la maestra Michela sta portando avanti con grande passione. La scheda che mi hanno mostrato conteneva dei punti che – seguendo un modello esemplificativo – dovevano ricomporre in una serie di rotazioni. Infine dovevano fare una generalizzazione, aiutandosi con dei disegni proprio relativamente all’idea di “modello”: qualcuno ha menzionato il progetto; qualcun altro il decoupage seguendo uno schema; qualcuno il gioco del puzzle, con l’immagine finale di riferimento… Così, nella nostra lezione, abbiamo utilizzato la scacchiera murale per far vedere ai bambini il matto dei passeggiatori, affinchè venga utilizzato come “modello” per le loro partite: stanno diventando davvero bravi…
Aumenta anche la loro capacità di far di conto, e spesso li sorprendo che fanno i conti del materiale catturato, esercizio che spesso chiedo di fare ai giocatori che stanno aspettando il loro turno di gioco.