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Zaira
La batteria di oggi è dedicata a Zaira, la città invisibile di Italo Calvino, di cui lo stralcio qui sotto rappresenta ciò che mi ha ispirato l’associazione:
“[…]Non di questo è fatta la città, ma di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato: la distanza dal suolo d’un lampione e i piedi penzolanti d’un usurpatore impiccato; il filo teso dal lampione alla ringhiera di fronte e i festoni che impavesano il percorso del corteo nuziale della regina; l’altezza di quella ringhiera e il salto dell’adultero che la scavalca all’alba; l’inclinazione d’una grondaia e l’incedervi d’un gatto che s’infila nella stessa finestra; la linea di tiro della nave cannoniera apparsa all’improvviso dietro il capo e la bomba che distrugge la grondaia; gli strappi delle reti da pesca e i tre vecchi che seduti sul molo a rammendare le reti si raccontano per la centesima volta la storia della cannoniera dell’usurpatore, che si dice fosse un figlio adulterino della regina, abbandonato in fasce sul molo.”
Nei quadri di matto presentati di seguito con l’immancabile illustrazione di Fabio Lanza la batteria composta da Donna, Torre e tre pedoni dà matto in una mossa che bisogna scoprire… Chi volesse può cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Despina
La batteria che voglio presentare oggi è la più conosciuta da tutti gli scacchisti, quella di Donna e Torre, con cui sono possibili i matti fondamentali di pezzi pesanti. Ho voluto intitolare questa batteria alla città invisibile di Italo Calvino “Despina”, da cui cito questo brano: “In due modi si raggiunge Despina: per nave o per cammello. La città si presenta differente a chi viene da terra e a chi dal mare. Il cammelliere che vede spuntare all’orizzonte dell’altipiano i pinnacoli dei grattacieli, le antenne radar, sbattere le maniche a vento bianche e rosse, buttare fumo i fumaioli, pensa a una nave, sa che è una città ma la pensa come un bastimento che lo porti via dal deserto, un veliero che stia per salpare, col vento che già gonfia le vele non ancora slegate, o un vapore con la caldaia che vibra nella carena di ferro, e pensa a tutti i porti, alle merci d’oltremare che le gru scaricano sui moli, alle osterie dove equipaggi di diversa bandiera si rompono bottiglie sulla testa, alle finestre illuminate a pian terreno, ognuna con una donna che si pettina.”
Nell’immagine qui sotto, come sempre, propongo alcuni tipici quadri di matto in una mossa (nelle mie carte vengono nominati come matto dei passeggiatori, delle sentinelle, del tram, del cameriere ecc.). L’illustrazione centrale della batteria (per ingrandire basta cliccare) è di Fabio Lanza , che mi ha annunciato una grande novità che farà la gioia di tutti gli appassionati di scacchi che sempre più numerosi seguono il mio blog!
Dorotea
In omaggio a “Le città invisibili” di Italo Calvino, libro combinatorio la cui struttura richiama le infinite combinazioni del gioco degli scacchi, ho pensato di dare alle batterie dei pezzi i nomi femminili scelti da Calvino. Cercherò di rendere il meno possibile arbitraria la scelta, citando un brano che mi ha fatto propendere per quel nome…
Il primo esempio che voglio fare è quello della città di Dorotea, dove si legge: “Vi arrivai nella prima giovinezza,una mattina, molta gente andava svelta per le vie verso il mercato, le donne avevano bei denti e guardavano dritto negli occhi, tre soldati sopra un palco suonavano il clarino, dappertutto intorno giravano ruote e sventolavano scritte colorate. “
La donna e i tre soldati sono quindi la batteria Donna più tre pedoni: nell’immagine sotto, dove capeggia la bellissima illustrazione di Fabio Lanza, in ogni “quadretto” il Bianco muove e vince in una mossa!