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La memoria dei bambini.

Imparare giocando.

Gli appuntamenti con la psicomotricità su scacchiera gigante presso le scuole dell’infanzia stanno confermando la grande potenzialità di questo nuovo approccio didattico come attività propedeutica alla scolarizzazione delle scuole primarie.
Grazie al coinvolgimento tipico del gioco i bambini imparano a contare, a riconoscere le lettere e anche i primi rudimenti degli scacchi.
Contemporanemente migliorano le proprie capacità mnemoniche, imparando diverse strategie di visualizzazione e di associazione, riuscendo ogni volta a stupire noi istruttori e insegnanti.

Memoria a breve e a lungo termine.

Venerdì scorso presso il 6° Circolo di via Manzoni a Sassari ho chiesto se qualcuno ricordava ancora tutti i frutti preferiti dai bambini elencati la settimana scorsa: si tratta di una verifica sul passaggio dalla memoria a breve termine a quella di lungo termine. Rispetto all’esercizio più astratto che avevo proposto tempo fa ai bambini della scuola di Ossi, in questo caso era coinvolta anche la memoria procedurale, perché i bambini potevano rievocare il ricordo anche basandosi sul ricordo visivo (i bambini nelle varie caselle, o seduti al bordo…), uditivo (la voce dei bambini) o sequenziale (l’atto del camminare casella dopo casella nei “luoghi” percorsi dagli altri bambini). Il risultato è stato molto buono: diversi bambini hanno riepilogato tutte le 16 relazioni della scorsa settimana!

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Scacchi scolastici: una risorsa multidisciplinare.

Gli scacchi a scuola.

La recente notizia  che il Parlamento europeo auspica che gli scacchi diventino materia scolastica complementare sta aprendo un certo dibattito, tra entusiasti e  scettici, sia nel mondo degli scacchisti che in quello della Scuola. Volendo stimolare le considerazioni degli uni e degli altri mi piace proporre qui alcuni ragionamenti.
Lo faccio con una carrellata tratta dalla mia quotidiana attività di istruttore presso le scuole, ripercorrendo una settimana tipo e mostrando quanto possano essere utili gli scacchi intesi come risorsa didattica integrata con i curricula scolastici.

Aspetto ludico e di aggregazione.

Un momento degli scacchi in via WashingtonTutti i lunedì faccio lezione alle quarte della scuola primaria di via Washington, dell’Ottavo circolo didattico “Galileo Galilei”. Le maestre per ottimizzare il tempo a disposizione hanno preso la decisione di unire le due quarte in un unico gruppo (per un totale di 35 bambini!) e consentire anche ad una terza di poter usufruire di un’ora di scacchi.
Durante le lezioni oltre al piacere delle partite in sè c’è anche quello di confrontarsi con bambini che solitamente non fanne parte della propria cerchia.
Questo è sempre auspicabile quando si fanno scacchi in diverse classi della stessa scuola (o anche di plessi diversi) farli incontrare in qualche torneo scolastico.

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Una passeggiata con le Torri.

La Torre che passeggia.

Stamattina ho incontrato per la terza lezione di psicomotricità i bambini della scuola dell’infanzia di via Manzoni. Ho portato con me la scacchiera gigante in tessuto di metri 4 x 4 per proporre i primi giochi di psicomotricità veri e propri dopo i due incontri preliminari in cui abbiamo giocato coi nomi e poi con la scacchiera ideografica e quella semi-gigante di metri 1,5 x 1,5, coi quali abbiamo fatto i primi “passi” per orientarci sulla scacchiera (per ora solo il movimento del Re e della Torre).
Per stamattina avevo in mente, oltre che l’up-grade delle dimensioni della scacchiera, una vera e propria passeggiata sulla scacchiera (meglio ancora sarebbe stata una piccola corsa, ma per questo aspettiamo quando avremo una scacchiera anti-scivolo).
Naturalmente anche il gioco di oggi mi è servito come pretesto per memorizzare i loro nomi: ho chiamato la prima bambina ed ho spiegato che avrebbe dovuto abbracciare una Torre e camminare lungo il perimetro della scacchiera facendo esattamente il movimento di una Torre: cioé verticale o orizzontale.

La frutta preferita.

Non appena la bambina ha terminato il suo percorso le ho chiesto di poggiare la Torre sulla casa H1 e di dire a voce alta quale fosse il suo frutto preferito.
“La mela!”. “Benissimo: batti un cinque!” Ho quindi chiamato nell’ordine il  secondo bambino, Daniele, e gli ho chiesto di ripercorrere esattamente lo stesso percorso perimetrale della bambina precedente; quindi giunto sulla casa h1 gli ho chiesto di ripetere il frutto preferito da Andrea; Daniele è rimasto un po’ sorpreso dalla richiesta ed ha avuto bisogno di qualche indizio (vedi priming) per ricordarla; quindi gli ho chiesto di poggiare la Torre nella casella h2 e di dire quale frutto preferiva lui:”La banana”. “Bene! Batti un cinque e torna a posto”. Quindi è stato il turno di Alessia, che ripetuti i frutti di Andrea e Daniele ha scelto la fragola e lo stesso gioco è stato eseguito da tutti i bambini, che oggi erano sedici: Gioela (pera); Alessandro (mela); Valery  (banana); Carla (fragola); Chiara (fragola); Elisa (fragola); Asia (fragola); Vittoria (pera); Matteo (arancia); Davide (ciliegia); Alessandro (mandarino); Elisa (pera); Valeria (ciliegia)… e se ho fatto qualche errore spero che i bambini mi perdonino!

Le quattro cantonate.

Quindi ho messo da parte la scacchiera in tessuto e siamo passati ad un gioco molto più corporeo e divertente. Ne ho già parlato molte volte, perché è un gioco che ripropongo sempre nelle mie lezioni di psicomotricità, perché a buon mercato ci offre subito il movimento delle Torri (i bambini ai quattro angoli che si scambiano posto sui lati del quadrato) e quello degli alfieri (i bambini al centro del quadrato che cercano di “rubare” il posto negli angoli correndo in diagonale durante lo scambio di posto). Come sempre ho proposto prima un comando, il battito di mani dopo il mio 1,2,3, poi dopo un po’ di ripetizioni ho aggiunto la difficoltà della partenza falsa, con eliminazione dei bambini che si muovevano prima del battito delle mani che veniva solo mimato.

Riepilogo.

Dopo aver fatto tutti per due volte almeno il gioco dei 4 cantoni siamo tornati in classe, “sfrattando” i bambini di 3 e 4 anni, dove ho riproposto uno per uno di ricordare tutte le relazioni bambini-frutti preferiti, con la doppia difficoltà del tempo ormai trascorso e dell’ordine non più visibile dei bambini che prima potevano essere guardati mentre sedevano in corrispondenza di una casella della scacchiera. Credo che l’esercizio abitui al conteggio e anche all’acquisizione della capacità di associare biunivocamente le cose aiutando i bambini a memorizzare facilmente.
La maggior parte di loro ha mostrato una memoria brillante, anche se alla fine Alessia è riuscita a ricostruire senza alcun aiuto tutti le sedici relazioni: un vero record per una bambina di soli 5 anni!