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A che età si possono imparare gli scacchi?

Una delle domande più frequenti che fanno i genitori, interessati per i loro figli, è a che età si può iniziare a giocare a scacchi. La risposta più genuina che mi sento di dare è la seguente: dipende dall’istruttore…
Con ciò intendo dire che i giochi propedeutici ad imparare gli scacchi possono essere proposti prestissimo, anche ad un anno, in accordo con le fasi di crescita del bambino. Inizialmente i giochi saranno solo di manipolazione, riconoscimento, posizionamento nello spazio. Solo intorno ai 3 anni, per i bambini più motivati, sarà possibile iniziare ad introdurre i movimenti. Ma l’istruttore (in questa fase può essere benissimo anche un familiare che conosce le regole) deve avere un certo metodo ed assecondare i voleri del bambino: deve ad ogni informazione far seguire la pratica (spiego la Torre, e subito dopo metto alcuni pedoni sulla scacchiera e chiedo al bambino quale può catturare con la sua Torre…); deve gratificare il bambino con complimenti ad ogni mossa esatta e quando non ci riesce rassicurarlo dicendogli che “era veramente difficile”.

Secondo la mia esperienza molti bambini possono essere in grado di sostenere una partita, con i comprensibilissimi errori, anche a tre anni, ed a quattro essere già in grado di competere con un adulto, anche senza essere un genio (come Capablanca per intenderci!). Ma questa non è certo la strada raccomandabile per la stragrande maggioranza dei bambini: principalmente perché l’attività diventerebbe poco ludica ed i bambini potrebbero perdere interesse. Meglio trovare dei coetanei con cui lasciarli giocare liberamente (a quell’età il loro ego è assetato di vittorie) ed intervenire solo per orientare al meglio la loro condotta in caso di piccoli conflitti.

Teo, solo 4 anni, in una partita “lampo”!

Nella foto il bambino di quattro anni che gioca con me è Teo, fratellino di Kilian (12 anni) che da qualche anno partecipa ai campionati nazionali Under 16; è stato lui a chiedermi di giocare dopo che per un giorno intero io e Kilian giocavamo “lampo” per divertirci. Ha persino voluto giocare con l’orologio (5 minuti) e dopo una decina di mosse mi sono reso conto che gioca veramente bene in proporzione. Ogni volta che faceva qualche movimento palesemente errato gli suggerivo, sottovoce o mostrandeglielo con un dito, il pezzo che poteva catturarlo. Ma mossa dopo mossa diventava sempre più motivato e sono rimasto sorpreso nel vedere la partita finire solo in un finale di pedoni.

In certi casi rifiutava, orgogliosamente, di seguire i miei suggerimenti dimostrando – cosa appunto già menzionata sopra – la propria volontà di pensare con la propria testa, ma soprattutto il gusto per la libertà eventualmente anche di sbagliare. In questi casi non si deve insistere, meglio andare avanti silenziosamente e far sì che la loro esperienza si formi proprio dagli errori che la loro indole li porta a commettere.

Nella mia esperienza ho visto bambini di 3 anni molto attratti dal gioco che riuscivano a posizionare bene i pezzi e – copiando le mosse – a giocare i primi scampoli di partite. Mi è capitato di fare lezioni (non più di venti minuti) a bambine di due anni e mezzo, con le quali mi sono limitato a far imparare i movimenti di Torre e Alfiere, proponendo dei giochi semplici. Mentre è molto frequente che dei bambini (di 3, 4 o 5 anni) che vengono ai corsi dei loro fratelli  vogliano partecipare anche loro. In questo caso raramente possiamo accettarli, ma solo perché il rapporto con loro deve essere quasi esclusivo, il che comporta l’impossibilità di seguire il resto del gruppo.

Psicomotricità: una nuova via della didattica.

Da diversi anni sto sperimentando l’innovativa pratica della psicomotricità su scacchiera gigante con bambini che vanno dai 4 ai 7 anni. Ovunque ho praticato questi giochi motori ho poi proseguito negli anni successivi con dei corsi tradizionali di scacchi, ma ormai i miei impegni scolastici si sono talmente intensificati che difficilmente riuscirò a seguire alle scuole primarie i bambini che lo scorso anno ho seguito alle scuole per l’infanzia.

Il mio maggior rammarico è inoltre quello di non essere stato abbastanza persuasivo nei confronti di alcuni enti di promozione sportiva a fare adottare questa metodologia da esperti di educazione fisica o educatori specificamente formati: e mi riferisco senza giri di parole al CONI e all’UISP della provincia di Sassari. Peccato: vorrà dire che resterò l’unico artefice locale di una pratica che – non mi stancherò di ripeterlo – costituirà una nuova frontiera della didattica pre-scolare.

Le esperienze della pratica psicomotoria considerano la presa di coscienza del valore del corpo, legata alla concezione della personalità, che può essere definita come un sistema dinamico e integrato di diverse intelligenze. Motricità e corporeità contribuiscono infatti alla crescita globale e alla maturazione complessiva del bambino e sono condizione funzionale, relazionale, comunicativa e pratica da sviluppare in ordine a tutti i piani di attenzione formativa. La manipolazione dei supporti didattici (scacchi di ogni dimensione in varie situazioni), garantisce l’efficacia dell’attivita’ motoria. Inoltre per meglio coinvolgere i bambini utilizzo delle filastrocche utili a rinforzare la memoria procedurale di sequenze propedeutiche all’apprendimento dei numeri e delle lettere.

                                     

Alcuni obiettivi della psicomotricità:

  • Esecuzione di semplici percorsi ed organizzazione di spazi sulle indicazioni verbali e  non verbali.
  • Orientamento e localizzazione del proprio corpo, di oggetti e persone, in situazioni spaziali;
  • Invenzione o riproduzione di movimenti e posture in uno spazio regolato.
  • Ricostruzione di semplici sequenze temporali coinvolgenti l’apparato visivo, uditivo, tattile e cinestesico.
  • Coordinamento oculo-manuale e oculo-podalico.
  • Sviluppo del controllo motorio: muoversi spontaneamente o in modo guidato da soli e in gruppo; discriminazione di suoni e voci e sensazioni corporee.
  • Presa di coscienza del proprio corpo, sviluppo di posture e di schemi motori di base.
  • Aumento  dell’autostima ed del senso di fiducia negli adulti e nei compagni
  • Consapevolezza dello spirito di gruppo e delle esperienze di socializzazione.
  • Drammatizzazione: parlare descrivere, raccontare e dialogare con i grandi e con i coetanei.

Ossi: un momento del saggio di fine anno.

 

 

Attacco e difesa.

Ieri pomeriggio primo appuntamento col gruppo di bambini e ragazzi che seguo all’oratorio di via Washington. Nonostante ancora ci siano molti genitori in ferie il gruppo era già abbastanza nutrito, 14 partecipanti, e soprattutto ho avuto la piacevole sorpresa di un ritorno eccezionale: la piccola Martina, di 9 anni, che seguo da quando era in prima elementare e diventò subito una promessa del vivaio sassarese. Campionessa provinciale, seconda alle regionali in un girone di ferro: quell’anno le bambine sarde (Martina non poté partecipare alla finale nazionale) dominarono la categoria under 8 femminile con 4 piazzamenti nei primi 10 posti!

La lezione di ieri è stata molto più tecnica di quelle che di solito faccio: ho voluto dare un po’ di continuità al lavoro svolto nel mese di maggio, quando abbiamo iniziato a fare una panoramica sulle idee delle aperture. Così ieri ho introdotto i sistemi “indiani”, cioé di controllo da parte dei pezzi piuttosto che l’occupazione coi pedoni del centro. Ho mostrato con pochi esempi come il controllo sia superiore all’occupazione e ho chiesto loro di fare subito una partita, con cui avremo cercato di mettere in pratica queste idee.

[pgn

[Event “?”]
[Site “?”]
[Date “????.??.??”]
[Round “?”]
[White “Oratorio”]
[Black “Sebastiano”]
[Result “*”]
[ECO “A15”]
[Annotator “,Sebastiano”]
[PlyCount “48”]
[SourceDate “2012.09.07”]

1. Nf3 {Carlo, mette subito in pratica l’idea delle “Indiane”} Nf6 {
Per provocare un rapido rientro in una apertura classica di Donna.} 2. b4 {
Anche Simone vuole mettere subito in pratica i concetti appeni esposti del
controllo del centro coi pezzi.} g6 3. Bb2 {Margherita. Qui ho lodato la
coerenza, spesso non facile quando si gioca in tanti, di dare seguito alla
mossa precedente del Bianco occupando subito la grande diagonale con l’Ab2.}
Bg7 4. c4 $1 {Il piccolo Marco, solo sei anni, prende spazio sull’Ala di Donna.
} O-O 5. e3 {Mossa di Francesca, la più esperta del gruppo, che risolve subito
il problema dello sviluppo dell’Alfiere campochiaro.} d6 6. Nc3 {
Chiara. Prosegue con lo sviluppo.} Ne4 $5 {A questo punto ho voluto mettere
subito in risalto le grandi possibilità tattiche di un centro non bloccato dai
pedoni. La mossa è imprecisa e serve solo a mostrare l’importanza delle
operazioni di calcolo.} ({Questa è la continuazione normale:} 6… e5 7. d3
Nbd7 8. Be2 Re8 {Con possibilità per entrambi i colori.}) 7. Qc2 $1 {
Mossa di Martina: protezione dell’Ab2 prima di lanciarsi in avventure…} Bf5 {
Altra provocazione, allo scopo di scambiare una coppia di Alfieri.} 8. Nh4 $5 {
Mossa di Sebastiano, senz’altro una delle migliori in questa circostanza.} (8.
Nxe4 Bxb2 (8… Bxe4 9. Qxe4 Bxb2 10. Rb1 Bg7 11. Qxb7 $14) 9. Qxb2 Bxe4 $11)
8… Nxf2 $6 {Ulteriore provocazione: i bambini del gruppo non hanno in
generale molta preparazione nelle complicazioni, questo mi dà l’opportunità di
creare delle situazioni in cui – senza muovere i pezzi sulla scacchiera murale
– faccio loro delle domande in cui è necessario calcolare diverse mosse avanti.
} 9. Nxf5 {Mossa di Arsen dopo i tentativi errati di alcuni suoi compagni che
proponevano 9.Tg1?? e 9.Db3?} Nxh1 10. Nxg7 {
Vittorio, 7 anni, toglie il pezzo più pericoloso del Nero.} Kxg7 11. Bd3 $6 {
Mossa di Carlo, dopo che avevo riepilogato il conteggio del materiale e avevo
suggerito che il Bianco per pareggiare i conti doveva catturare il Ch1…} e5 {
Qui ho fatto notare che anche contro una mossa di scoperta del Cc3, che non ha
obiettivi immediati, avrei giocato sempre la stessa mossa che sbarra la strada
all’Ab2.} 12. O-O-O $2 {Mossa di Marco, comprensibilmente non vede che dopo
l’arrocco la Torre minaccia il Cavallo, ma il Re non controlla più l’unica
casa di fuga del Cavallo nero.} Nf2 13. Rf1 {Mossa di Simone. E’ importante
cercare di creare sempre qualche minaccia per ridurre il numero delle risposte
plausibili dell’avversario.} Nxd3+ 14. Qxd3 a5 15. Qd5 $2 {Mossa di Vittorio
(tipica del suo stile!)… Ho fatto notare come la partita a scacchi si gioca
tra due persone che vogliono entrambe vincere: quindi è importante capire il
motivo delle mosse dell’avversario. In questo caso con a5 il Nero vuole
attivare la sua Ta8 lungo la colonna A e quindi il Bianco doveva impedirglielo.
Questo è il giusto atteggiamento in una partita, non solo cercare di
migliorare la posizione dei propri pezzi, ma anche impedire il miglioramento
di quelli avversari. La mossa di contrattacco del Bianco sul pedone b7 è
illusoria perchè nella successiva “excalation” il Nero non solo cattura
Cavallo e Alfiere, ma grazie allo scacco in b2 guadagna un tempo importante.}
axb4 16. Ne4 {Mossa di Chiara, dopo aver a lungo analizzato i possibili
seguiti della mossa più istintiva 16.Cb5.  Dopo qualche decina di secondi ho
fatto notare che “pezzi distanti di una “casetta” sono a rischio di
forchetta!”  Dopo il disappunto iniziale ho chiesto di verificare la possibile
17. Dxd6 e valutare se fosse conveniente al Bianco o al Nero.} (16. Nb5 $6 c6
17. Qxd6 cxb5 (17… Qxd6 18. Nxd6) 18. Qxe5+ f6 19. Qxb5 Qc7) 16… Nc6 17. c5
{Mossa di Vittorio, molto ambiziosa, tendente a demolire la struttura pedonale
del Nero e attaccare il Re esposto sulle case nere. Il “costo” di questa mossa
e l’apertura di un’altra linea contro il Re Bianco.} b3 $2 {Un’imprecisione
dettata dall’intenzione di mostrare il pericolo delle colonne aperte.} 18. Qxb3
{Mossa precisa di Arsen, che non avevo preso in considerazione, persuaso
com’ero che non avrebbero perso l’occasione di togliere il pedone A2 dalle
mire della Ta8…} (18. axb3 f5 19. Ng3 Ra5 $40) 18… f5 19. Ng3 f4 $6 {
Mossa giocata solo per allenare il gruppo sulle possibili combinazioni
tattiche legate all’inchiodatura sulla grande diagonale.} 20. Rxf4 (20. exf4
dxc5 21. fxe5 Rxf1+ 22. Nxf1 Nb4 $19) 20… Nd4 $5 21. Bxd4 (21. Rxf8 $4 Nxb3+
$19) (21. exd4 exf4 $19) (21. Rxd4 $1 exd4 22. Bxd4+ Kh6 23. Qe6 $44) 21…
exd4 $2 {Ancora una mossa imprecisa, ma volutamente!} (21… Rxf4 22. exf4 exd4
) 22. Rxd4 Qf6 23. Rg4 $2 {Mossa subdola di Vittorio, tendente a realizzare il
doppio attacco di Cavallo in H5, sfruttando l’inchiodatura del pedone g6.
Ancora una volta faccio notare come la volontà di attaccare ci fa perdere
d’occhio l’importanza della difesa.} Qa1+ 24. Kc2 $4 (24. Qb1 Rxa2 $19) 24…
Rxa2+ {E a questo punto abbiamo interrotto la partita…} *

[/pgn]