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La gestione dei conflitti.
Il gioco degli scacchi, tra le altre cose, può essere anche un grande strumento per accompagnare i bambini (ma anche gli adulti) ad una migliore gestione dei conflitti. Spesso accade infatti che la loro naturale litigiosità venga innescata da futili motivi, per i quali comunque c’è solitamente una norma di regolamento. Le liti più comuni sono infatti la scelta del colore (ed esiste innanzi tutto il sorteggio e poi l’alternanza); le mosse irregolari (ed il regolamento ne consente solo 3); la cattiva abitudine di toccare i pezzi o di ritirare le mosse già eseguite (e anche qui vale la regola “Pezzo toccato, pezzo mosso; pezzo lasciato pezzo giocato”, che io ho sintetizzato nel mio proverbio: “Pensare, toccare e giocare: e non si può ritirare”). Altre volte i bambini si lamentano che l’avversario disturba, oppure – una volta in vantaggio – prende in giro.
Nonostante le regole ed il buon senso che l’istruttore può mettere in atto in questi casi spesso la conflittualità rimane come una nuvola sopra i due compagni di gioco e non è raro il caso in cui uno dei due – offeso – preferisca abbandonare le partita per non avere a che fare con l’altro. Ecco, ritengo che questi momenti siano molto più importanti di qualsiasi lezione teorica sulle aperture (solo per fare un esempio): in questi momenti non stiamo solo guidando i giovani verso il corretto contegno sportivo, ma anche verso una loro più genuina condotta sociale.
L’accettazione delle regole non deve essere vista da nessuno come una scomoda necessità, ma come la convenienza di entrambi (non a caso la convenzione e la consuetudine sono le prime fonti del diritto). Ma ciò che mi preme sottolineare in questo post è l’opportunità che il gioco degli scacchi nel contesto scolastico dia l’occasione agli educatori (insegnanti e istruttori) di guidare i bambini verso una loro crescita emotiva e mediare tra i loro scambi interpersonali suggerendo una pragmatica consapevolezza di risoluzione delle liti. Gli scacchi hanno già intrinsecamente un’autoregolazione, perché mossa dopo mossa i giocatori devono necessariamente prendere in considerazione il volere dell’altro e spesso scendere a compromessi o accettare delle concessioni. L’obiettività e la perizia di un giocatore sono le doti psicologiche più adatte per qualsiasi giocatore, ecco perché ritengo che queste piccole “beghe” siano ancora più importanti da risolvere di piccole combinazioni di scacco matto.
“A scuola con i Re”, presentazione a Marrubiu.
Mercoledì 31 ottobre, dalle ore 17:30, presso la Sala consiliare del comune di Marrubiu (OR) ci sarà la presentazione del libro “A scuola con i Re”. Ospite d’onore, visto che sta girando l’Italia in un vero e propio tour promozionale accanto a personaggi celeberrimi come Ennio Morricone (durante la manifestazione “Clericus chess” al Vaticano) o Piergiorgio Odifreddi (convegno “L’Europa e i giovani” a Torino), è il dott. Giuseppe Sgrò psicologo clinico ed esperto in Psicologia dello Sport, docente/esperto della Scuola dello Sport del Coni, membro della Commissione Medico-Scientifica della F.S.I. (Federazione Scacchistica Italiana) e dell’Associazione Italiana di Psicologia dello Sport e consulente per PSICOSPORT s.r.l.
Il libro, edito da ALPES Italia, è disponibile dal 05 ottobre e sta suscitando grande interesse non solo tra gli appassionati scacchisti e istruttori, ma anche per educatori, psicologi, ricercatori, insegnanti e formatori. Questo per come è strutturata l’opera, che nella prima parte raccoglie tutte le informazioni scientifiche e le ricerche svoltesi nel mondo sul ruolo cognitivo (e non solo) del gioco degli scacchi; e nella seconda parte una rassegna delle migliori metodologie didattiche del panorama italiano. Come ho già scritto altre volte un capitolo è stato scritto da me e introduce il mio “Metodo ideografico”, ma sono presenti contributi da tutti i “pezzi da novanta” della didattica scacchistica orientata soprattutto alle scuole: Alex Wild, Carlo Alberto Cavazzoni, Alessandro Pompa, Adolivio Capece, Carmelita Di Mauro, Carla Mircoli e Lucio Rosario Ragonese, Uvencio Blanco (presidente della commissione didattica e scuola della FIDE), e molti altri che hanno approfondito tematiche nuove dell’insegnamento scacchistico (come gli scacchi in carcere, la disabilità e i percorsi riabilitativi con gli scacchi ecc.).
Il luogo non è casuale, perché il consiglio direttivo uscente del Comitato Regionale Scacchi Sardegna di concerto con il circolo Red Tal di Marrubiu avevano pensato di dare risalto anche al torneo internazionale che si svolgerà nei giorni successivi dall’01 al 04 novembre, e premia la generosa organizzazione locale che ospita da due settimane anche il Maestro internazionale Nenad Aleksic impegnato in stage quotidiani presso il circolo.
Riprendono le lezioni in via Besta.
Dopo la ripresa del corso di scacchi per under 16 all’oratorio di via Washington da venerdì prossimo, ore 17:00, riprenderanno anche le lezioni all’oratorio San Paolo, in via Besta. Lo scorso anno era proprio questo il gruppo più numeroso, che andava da bambini di 5 anni sino a ragazzi di 15 e 16 anni.
Anche quest’anno i miei collaboratori saranno Samuele Carta e Michele Devilla, con la probabile e sporadica partecipazione anche del mio giovane allievo Luca Princivalle, che con l’affiancamento dello scorso anno al Convitto del Canopoleno mostra di voler proseuire il percorso che lo porterà a diventare a sua volta istruttore (esattamente come è avvenuto con Samuele)!
Le novità, anche relativamente ai supporti didattici e alla metodologia, saranno come sempre tantissime: ma per ora non voglio svelare niente… Dico solo che ci sarà come sempre molto spazio per il gioco, ma anche per migliorare il proprio livello tecnico: da questi corsi sono venuti fuori lo scorso anno tutti i migliori scacchisti del vivaio sassarese.