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Se il Re non arrocca, soffrire gli tocca!

Il Nero muove e matta in 2 mosse.

Ieri pomeriggio ho fatto lezione alla terza della maestra Rita Sabatino, al Canopoleno. Mentre posizionavo i pezzi sulla scacchiera murale e dialogavo con loro ho chiesto con quale colore preferivano giocare. Ho sentito qualcuno che “complottava” per prendere il Bianco e farmi il matto del barbiere! Qualcuno mi ha chiesto di ripetere la rima “Quando vedi la Donna e l’Alfiere, stai molto attento al matto del barbiere”.

La partita di ieri, terminata pur troppo brevemente, è stata utile sia per ripassare la regole dell’en-passant, sia ribadire il concetto della non ottimale mossa al lato del Cavallo, sia – soprattutto – per far riflettere sull’importanza dell’arrocco. Ve la ripropongo di seguito.

[pgn

[Event “?”]
[Date “????.??.??”]
[Round “?”]
[White “3^ A Canopoleno”]
[Black “Sebastiano”]
[Result “*”]
[ECO “C00”]
[PlyCount “20”]
[EventDate “1999.??.??”]
[SourceDate “2012.10.11”]

1. e4 e6 {Dopo aver fatto vedere mercoledì scorso il matto del barbiere ho
mostrato come con questa mossa non sia più possibile attaccare il punto f7 con
l’Ac4} 2. Be2 {I bambini sono già disorientati…} d5 3. e5 {
Questa mossa, ho fatto notare ai bambini, impedisce sia Cf6 che Ad6.} c5 4. f4
{Qui ho spiegato che il pedone f4 difende quello in e5, quindi è una mossa
sensata, però si indebolisce la posizione del Re.} Nc6 5. Nh3 $6 {Mossa che la
maggior parte dei bambini ha disapprovato (“Cavallo al lato cavallo dimezzato”
si è ricordato più di uno!)} c4 ({Ho mostrato questa variante:} 5… Qh4+ 6.
Kf1 {“Se il Re non arrocca, soffrire gli tocca!”} (6. Nf2 Qxf4 {
“La Regina è una molla, e il centro crolla!”}) (6. g3 $4 Qxh3 {
Cavallo al bordo, cavallo balordo!})) 6. Nf2 Bc5 7. d3 $2 {
A questo punto mi è venuta un’idea…} (7. O-O) 7… Qb6 {Ho esortato i
bambini a fare molta attenzione: “Dell’avversario capite ogni mossa, perché
altrimenti vi scava la fossa!”} 8. b4 $4 {Qui era stata proposta dapprima la
mossa 8.h3, che ho fatto ritirare… Questa mossa mi è servita per un utile
ripasso della presa en-passant.  Al termine della spiegazione però ho eseguito
la logica cattura del Cf2.} Bxf2+ 9. Kd2 $2 {
Re vagabondo e l’esercito va a fondo.} (9. Kf1 cxd3 10. Bxd3 Nxb4) 9… c3+ {
Dopo questa mossa, resomi conto che il matto è inevitabile e che non tutti i
bambini avevano partecipato nel proporre mosse, ho chiesto alla classe di
trovare gli scacchi matti in entrambe le varianti.  “Il Bianco ha solo due
mosse: in una prende matto in una mossa, nell’altra invece …pure!”} 10. Kxc3
(10. Nxc3 Qe3# {Matto delle rotaie.}) 10… Qxb4# {
Qui fuori fa freddo, poverino e c’è un matto del pinguino.} *

[/pgn]

I fumetti e gli scacchi.

Come sapranno i miei lettori io sono convinto che il linguaggio dei fumetti sia universale per catturare l’attenzione. Proprio in questi mesi il mio amico Francis Manfredi sta mettendo a punto un progetto eccezionale di illustrazione a tema scacchistico su cui non posso svelare nessun particolare. Però voglio parlare dell’esperienza di un bravo istruttore di Villasor, Mariano Abis, che ho conosciuto meglio lo scorso anno quando ha frequentato uno dei miei corsi di formazione per istruttori.

Durante il corso lo vedevo molto attento a prendere “appunti” salvo poi scoprire che gli appunti erano disegni, caricature, traiettorie dei pezzi degli scacchi… Allora ho approfondito con lui la metodologia ideografica, cioé associare immagini e parole alle mosse degli scacchi, creare favole, filastrocche, rime per affascinare i bambini. Gli dissi che con la sua abilità nel disegno avrebbe potuto facilmente seguire questa strada! Lui ha sorriso e mi ha confessato che era sempre stata una sua idea.

Nei giorni scorsi mi ha inviato via mail molto materiale interessante, tra cui le illustrazioni per i “suoi” pezzi degli scacchi: Gegé il Re, Gina la Regina, Melchiorre la Torre, Piero “l’Alfiero”, il Cavallo corallo e Giorgione il “piedone”. Questo approccio ricorda i personaggi di Carmelita Di Mauro, oppure quelli “antropomorfi” di Alessandro Pompa, ma è chiaro che lo scopo è quello di far identificare, nell’immaginazione dei bambini, i pezzi degli scacchi con personaggi veri e propri o addirittura con se stessi.

Trovo questo metodo estremamente adatto per far entusiasmare i bambini: l’ho scoperto con le carte scacchistiche illustrate, che sono state da subito un successo ben superiore a quelle con i diagrammi scacchistici; ne ho avuto conferma con le partite di scacchi viventi, dovo ho visto all’opera la fantasia dei bambini nel creare personaggi e situazioni.

Le illustrazioni di Mariano Abis sono le seguenti: si consiglia di cliccare sulle immagini per vederle ingrandite.

 

Scacchi e abilità linguistiche.

Gli scacchi sono ormai riconosciuti a livello mondiale come una grande risorsa didattica per migliorare le abilità logico-matematiche, ma sempre più si stanno prendendo in considerazione i notevoli benefici anche nelle varie intelligenze dell’individuo: come quelle spaziali, quelle interpersonali e intrapersonali (secondo la felice espressione di Howard Gardner), quelle emotive, creative e linguistiche.

Sulla relazione tra intelligenza emotiva e scacchi voglio segnalare un bellissimo abstract della Dott.ssa Eleonora Di Terlizzi, mentre sulle abilità linguistiche consiglio di dare un’occhiata al recente articolo apparso su Iplayoo, che considera la maggiore abilità dei bilingui nel giocare a scacchi (ed io aggiungerei, viceversa), e di sfuggita ricordo le numerose ricerche che affermano che si possa rallentare l’invecchiamento cerebrale giocando a scacchi o imparando una nuova lingua.

Ieri pomeriggio ho incontrato i bambini della 2^ A di via Forlanini ed oggi incontrerò quelli della 2^ B (delle maestre Renata Conti, Emanuela De Giovanni e Stefania Arru), dopo la bellissima esperienza dello scorso anno scolastico coronata con un torneo finale nel quale avevo chiesto ai bambini della terza di fare da arbitri in ogni scacchiera.

Un momento del torneo dello scorso anno scolastico.

Ieri ho voluto fare un ripasso, come spesso mi capita, mettendo dei pezzi disordinatamente sulla scacchiera murale e chiedendo ad un bambino per volta di descrivere una possibile azione. Ognuno di loro isola una possibile cattura e deve esprimersi meglio che può per farla capire a tutti; naturalmente questo è propedeutico anche per spiegare successivamente la differenza tra la notazione descrittiva completa e quella sintetica delle coordinate. In questo esercizio io faccio notare loro come sia molto semplice e preciso anziché dilungarsi in descrizioni vaghe (quel pezzo là in basso può catturare quello lì in alto) utilizzare il sistema delle coordinate (l’Alfiere che è in d4 può catturare il Cavallo in a7). Ma la cosa più bella di questo metodo è che , mentre si ripassano i movimenti dei pezzi e ci si rende conto di quante informazioni i bambini si ricordano, la loro attenzione viene orientata verso una gerarchia di processi utile scacchisticamente (accade spesso che i bambini notino la cattura di un Cavallo prima di quella di una Donna, o un Re sotto scacco dopo numerose altre osservazioni…)

Comunque sono rimasto sorpreso della grande partecipazione dei bambini: lo scorso anno, quando erano in prima, abbiamo lavorato molto soprattutto su attenzione e memoria e quest’anno la maggior parte di loro era in grado di contestualizzare i miei proverbi scacchistici. Ecco questa è propriamente la mia riprova empirica che gli scacchi siano utilissimi non solo sulle capacità logico-matematiche  ma anche (tra tutte le altre cose) linguistiche!