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Martedì, 20 aprile

Stamattina ho sperimentato una nuova “lezione interattiva”, con l’idea di fare un ripasso del matto fondamentale con le due torri: ho svolto una simultanea con i venti bambini della seconda elementare di via Civitavecchia (bastano 10 scacchiere: una per coppia)…

Come immaginavo, solo una coppia ha portato a termine correttamente il matto, a dimostrazione che è necessario riprendere sempre il contenuto delle lezioni con bambini così piccoli.

Il sistema delle simultanee non è male, ieri lo avevo riproposto anche ad Ittiri, accompagnando le fasi cruciali della lezione coi miei proverbi (anche le carte di premio sono quelle coi proverbi), ed in questo modo si può prolungare la parte teorica…

Nella mia seconda ora di lezione di stamattina, invece, ho fatto “esordire” i bambini della prima elementare di via Genova, e con gran meraviglia sono stati più disciplinati rispetto alle lezioni di psicomotricità su scacchiera gigante, con cui li ho tenuti impegnati sino ad oggi.

Questo pomeriggio invece, ancora scacchi a Sennori, dove si respira un grande entusiasmo, tanto che i partecipanti sono sempre in continuo aumento, ed ora sfiorano la settantina! Con loro abbiamo iniziato il discorso coi tatticismi più semplici: minaccia e attacco doppio (compresi infilata, inchiodatura e attacco di scoperta…)

Scacchi: materia jolly!

Ho sempre sostenuto che gli scacchi possono essere una grande risorsa per le scuole primarie, dove con un po’ di fantasia, si possono utilizzare per rinforzare i concetti insegnati secondo i programmi ministeriali. Gli scacchi possono servire per potenziare la matematica, l’italiano, l’educazione civica, le lingue straniere, la storia, la geometria, la logica, la geografia…

Questa settimana ho avuto modo di far giocare i bambini (ad Osilo e a Sassari) con le lettere e le parole; mentre a Ittiri, e presso le scuole di via Civitavecchia e via Forlanini, anche con le proprietà aritmetiche.

Per le lettere ho proposto dei giochi in cui si dovevano formare delle parole intuendo però la chiave di interpretazione per costruirle (nella foto per esempio bisognava utilizzare una “O” come seconda lettera, cioè sulla colonna “B”): questo gioco può essere variato come si vuole, numero di lettere, finale di parola, presenza di doppie ecc.

Per la matematica si può giocare sulle proprietà delle operazioni, far fare somme e sottrazioni col valore di riferimento dei pezzi è un ottimo modo per far esercitare i bambini, e loro ne sono entusiasti: fate la prova! Nell’esempio bisognava indovinare la differenza tra i pezzi Neri e Bianchi; ho giocato molto sull’attenzione dei bambini: è sufficiente spostare o togliere un pezzo e chiedere cosa è cambiato e quanto è il nuovo risultato, scoprendo subito chi è distratto!

Problem solving

Passate le vacanze pasquali è ripresa l’attività delle scuole, e sono riprese anche le lezioni di scacchi. Questa settimana è stata all’insegna del problem solving (ma gli scacchi sono sempre problem solving: ad ogni mossa bisogna risolvere problemi…).

Le varie classi di prima elementare che sto seguendo sono all’incirca allo stesso livello, per cui anche gli argomenti sono simili. Giovedì con il gruppo misto (prime e seconde) del Canopoleno di Sassari abbiamo visto l’arrocco: ho prima spiegato come si esegue (due passi del Re verso la Torre e la Torre che scavalca il Re e si pone al suo fianco), facendo notare che si può eseguire da un lato e dall’altro (corto o lungo).

 Quindi, uno per uno, ho chiamato tutti i bambini alla scacchiera murale per eseguirlo con le proprie mani: chiedevo soltanto “Fai l’arrocco lungo del Bianco” oppure “Fai l’arrocco corto del Nero”. Quindi sono passato alla spiegazione delle regole dell’arrocco: quali sono le condizioni (spazio libero tra Re e Torre con cui si arrocca; non aver mosso Re o Torre interessata; non essere sotto scacco né attraversare case attaccate da pezzi avversari…).

Dopo queste informazioni ho fatto un secondo giro di domande, mettendo sulla scacchiera ideografica una situazione in cui era possibile un solo arrocco che i bambini chiamati dovevano scoprire. Trovo che questo sia un metodo molto proficuo per farli imparare.

Stamattina invece sono stato con le prime elementari di via Washington (8° circolo), e con loro ho ripassato i movimenti dei pezzi con l’espediente di insegnare loro il valore di scambio dei pezzi: mettevo una posizione in cui un pezzo bianco poteva catturare diversi pezzi neri, ed i bambini (sempre uno alla volta) dovevano catturare il pezzo di maggior valore! Con questo metodo si scoprono anche i bambini che ancora non hanno ben compreso il movimento dei pezzi… Nel pomeriggio ho replicato la stessa lezione anche coi bambini delle prime elementari della scuola di Latte dolce (13° circolo), invitandoli ancora una volta alle partite amichevoli al parco.

Queste lezioni hanno il pregio di durare pochissimo (15 minuti o venti al massimo) e di lasciare il giusto tempo per la pratica di gioco. Inoltre il vantaggio è quello del gran coinvolgimento della loro attenzione: non si deve fare un monologo col rischio di essere seguiti solo da cinque bambini e non capire quanto stanno imparando.

Inoltre il fatto che devono risolvere un piccolo quesito stimola molto la loro competitività e quando ricevono un complimento aumentano molto la loro autostima e si rallegrano molto…