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Problem solving.
Ieri e oggi ho fatto numerose lezioni nelle scuole con l’introduzione dell’orologio per le partite che i bambini giocavano tra di loro. Quasi sempre la lezione ha una parte teorica di non più di venti minuti, quasi sempre è una partita della classe contro di me sulla scacchiera ideografica, e quasi sempre le mosse sono accompagnate dai miei proverbi ironici e didascalici (che compendiano i principi generali degli scacchi). Spesso c’è un momento cruciale in cui la partita prende una determinata piega (a mio vantaggio) ma in genere cerco sempre di far risolvere a loro stessi la posizione cercando la mossa migliore o il matto.
Latte dolce: la comodità delle regole!
Nella scuola di via Cilea sto seguendo due prime elementari, due quarte ed una quinta. Le lezioni stanno andando molto bene, grazie al fatto che dopo la disordinata volonta di partecipazione (soprattutto dei bambini più piccoli) si sta creando un clima di grande collaborazione e si riesce a svolgere delle interessantissime unità didattiche. Coi bambini di prima siamo già alla terza lezione e già dalla seconda giocano con tutti i pezzi, anche se ancora commettono molte irregolarità. La maestra Giovanna Manca propone di farli giocare solo coi pedoni, ma io voglio invece che dalla “confusione” dovuta alla poca conoscenza delle regole i bambini passino alla padronanza delle regole e ad un contegno ordinato e accettabile: insomma una vera e propria “terapia d’urto”.
Sorso: calcoli spaziali!
Coi bambini della seconda elementare della scuola primaria di Sorso stiamo mettendo a punto un piano per l’esibizione di fine anno: abbiamo scelto di rappresentare su una scacchiera vivente molti dei miei proverbi in maniera un po’ teatrale… Intanto i bambini stanno migliorando notevolmente nella visione del gioco e grazie anche ai calcoli del materiale catturato e ai giochi finali di logica nel cosiddetto problem solving e nello sviluppo del pensiero “laterale”.
Canopoleno: preparazione per il regionale studentesco.
Presso la scuola del Canopoleno stanno prendendo forma la preparazione sia per le Convittiadi che si terranno ad Arbatax a fine anno scolastico, sia la fase provinciale dei Campionati Giovanili Studenteschi che si svolgeranno il 22 aprile ad Arborea. Ieri, con Giacomo Deiana, abbiamo seguito il gruppo delle prime e delle quarte (siamo restati entrambi stupiti dei progressi fatti da molti bambini di prima elementare); oggi, insieme con Luca Princivalle, abbiamo fatto lezione al gruppo più omogeneo della seconda e della quinta: in entrambi i casi l’introduzione degli orologi sembra aver giovato alla loro concentrazione. In genere l’orologio mette molta foga ai bambini che giocano velocemente senza badare troppo al gioco sulla scacchiera.
Via Washington: non sempre l’unione fa la forza!
Lunedì pomeriggio ero in via Washington per la lezione alle quarte A e B unite. Avevo preparato per loro una lezione in cui dovevano scegliere tra i Bianchi, che avevano un Re e due pedoni uniti, ed i Neri, che avevano il Re e due pedoni separati di una casella. Ho chiesto, per alzata di mano, quale “partito” preferivano ed è stato un plebiscito per i Bianchi. Così a loro ho dato i Bianchi ed io mi sono “accontentato” dei Neri col risultato di vincere tre volte di seguito (giusto il tempo per far fare una mossa ad ognuno di loro, che sono una trentina!). Rispetto alle prime due volte, dove sono stato sorpreso dalla loro condotta tranquilla, questa volta ci sono stati momenti caotici verso la fine dell’ora.
Scacchi in età pre-scolare.
La filastrocca dei numeri.
Continuano gli incontri di psicomotricità su scacchiera gigante (10×10) presso la scuola dell’infanzia di Litterai, ad Ossi. I bambini durante tutta la settimana scorsa grazie al lavoro delle maestre Giuseppina Capitta, Antonella Sanna e Margherita Nieddu, hanno proseguito a lavorare sulla filastrocca dei numeri, realizzando dei bellissimi disegni che ora fanno bella mostra in classe.
Ho chiesto a qualcuno di loro se ricordava a memoria la filastrocca (molti di loro sapevano ripeterla facilemente) e poi ho annunciato che avrei letto una nuova filastrocca, delle lettere, con cui avremo giocato oggi con delle belle sorprese.
La filastrocca delle lettere.
Ho chiesto se qualcuno di loro conosceva già le lettere dell’alfabeto. Subito si sono alzate tre manine. Ho chiesto a Sara di ripeterle e l’ho fermata alla lettera “elle” (che è la decima dell’alfabeto, nonché l’ultima della nostra scacchiera). Quindi ho letto loro la mia filastrocca:
A, fuggi Cavalla
B, salta ribelle
C, le gambe in spalla
D, non stai nella pelle
E, che sete gialla
F, le fontanelle
G, una palla a galla
H, quante caselle
I, ritorna in stalla
L, guarda le stelle!
Quindi ho spiegato come avrebbero dovuto fare il gioco di oggi e in “fila indiana” siamo andati alla scacchiera gigante. Uno alla volta i bambini si alternavano a giocare con la filastrocca delle lettere:
A, fuggi Cavalla: dovevano prendere un cavallo di plastica sistemato sopra una panca e non appena lo prendevano dovevano collocarsi sulla casella A1 della scacchiera (modalità visiva e cinestesica, tutta la filastrocca è auditiva!);
B, salta ribelle: i bambini dovevano fare un salto a piè pari sulla colonna B (cinestesica)
C, le gambe in spalla: i bambini dovevano mimare una corsa (visiva-cinestesica: lento e veloce)
D, non stai nella pelle: dovevano mostrare felicità (emotiva-cinestesica): alcuni risolvevano con un sorriso, altri con ampio gesto delle braccia
E, che sete gialla: frase sinestesica che però richiama una sensazione ed un colore (emotiva, visiva, cinestesica)
F, le fontanelle: sulla scacchiera c’era un panno celeste che fungeva da specchio d’acqua, dove i bambini facevano abbeverare i cavalli (visiva, cinestesica: alto e basso)
G, una palla a galla: i bambini dovevano raccogliere anche la palla, trovandosi così entrambe le mani impegnate (visiva, cinestesica: sinistra e destra)
H, quante caselle: i bambini dovevano voltarsi indietro e vedere la strada fatta (visiva, cinestesica: avanti e indietro)
I, ritorna in stalla: i bambini rimettono il cavallo di plastica sulla panca (visiva, cinestesica: dentro e fuori)
L, guarda le stelle: i bambini tornano nella scacchiera sulla casella L10 e scrutavano in alto le stelle (visiva, cinestesica: alto e basso)
La gara di Cavalli.
Dopo aver fatto partecipare tutti (unica eccezione una bambina che anche le altre volte ha mostrato ritrosia a tutte le attività di gioco…) abbiamo fatto una gara di cavalli: quattro bambini si sfidavano su quattro diverse file mentre la maestra leggeva la filastrocca. Grazie a tutte queste ripetizioni e ai relativi gesti stereotipati, i bambini memorizzavano la filastrocca (con notevole contributo psicomotorio).
Palla “avvelenata”.
Dopo siamo passati ad un gioco di maggior movimento e libertà: la palla avvelenata. Il classico gioco da cortile consiste nel formare due squadre, una sta dentro la scacchiera e deve scappare; la seconda sta fuori dalla scacchiera e con la palla avvelenata deve colpire tutti i bambini all’interno della scacchiera, che vengono eliminati. Quando rimane l’ultimo bambino la squadra “esterna” deve concludere entro 10 tiri (che i bambini, anche non spronati, contano ad alta voce!) e se ci riescono vincono e si guadagnano il diritto di entrare dentro la scacchiera mentre la prima squadra resta all’esterno con la palla ed il gioco ricomincia.
Il gioco naturalmente crea euforia e confusione, cosa che dà il pretesto (quando l’ora è finita) di rimetterli a posto e farli ritornare in classe. Ho chiesto se qualcuno era in grado di ripetere tutta la filastrocca delle lettere, ma questa volta non hanno brillato come la volta precedente (le parole sono molto più difficili per i bambini). Ma sono sicuro che l’ottimo lavoro delle maestre, che torneranno sull’argomento in settimana e li faranno ancora disegnare, li porterà ad imparare profondamente, come hanno fatto con le lezioni precedenti.
Faine e galline.
Sempre più spesso ultimamente sto utilizzando varianti eterodosse, anche inventate per l’occasione, nelle mie lezioni presso gli oratori o a scuola. L’esigenza nasce nel primo caso per affrontare l’eterogeneità dei livelli di gioco e di età (gruppi di bambini dai 6 ai 10 anni); nel secondo caso come compromesso tra classi diverse della stessa scuola o tra bambini che sanno giocare e bambini che stanno appena imparando facenti parte della stessa classe (capita sempre più spesso).
Inoltre alcuni giochi proposti sulla scacchiera si rivelano particolarmente efficaci per fare acquisire una certa visione e familiarità col movimento dei pezzi (come la “variante di Sorso” o gli “scacchi di Pollicino“). Così la settimana scorsa ho perfezionato e messo in pratica una nuova variante che ho voluto chiamare “Faine e galline”, di cui ho già in mente una splendida versione da proporre in ambito pre-scolare con la psicomotricità su scacchiera gigante.
Si tratta di mettere tutti i pedoni neri (il colore non ha alcuna importanza) sull’ottava traversa, mentre si posizionano a caso due Regine bianche. Lo scopo è catturare tutti i pedoni neri che si muovono tutti di un passo dopo ogni mossa di Regina (come già nella variante di Sorso). Il gioco richiede una certa pianificazione, perché altrimenti non è possibile fermare tutti i pedoni. Inoltre il fatto di posizionare casualmente le due Regine penso possa anche avere delle implicazioni matematiche, ma invito gli esperti a pronunciarsi in tal senso: sono pronto ad ospitare le loro formalizzazioni teoriche!
I bambini a cui l’ho proposto si sono divertiti molto, ed alcuni – tra una partita e l’altra – cercavano di risolvere il livello estremo (quello con una sola Faina a caccia delle galline!)