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Sfida impossibile!
Giovedì scorso ero impegnato con le quarte delle scuole primarie di via Genova e via Civitavecchia (dell’Ottavo circolo didattico). Con i bambini di via Civitavecchia ho voluto inaugurare la nuova scacchiera pavimentata nel cortile della scuola, realizzata su mia proposta appoggiata anche dalla maestra Domenica Mura. La mia idea è quella di svolgere di tanto in tanto delle lezioni direttamente sulla scacchiera gigante, ma anche quella di fare qualche esibizione con gli scacchi giganti o addirittura “viventi” con la partecipazione degli stessi alunni.
Così ho voluto proporre ai bambini un gioco a metà tra scacchi tradizionali (pensiero) e psicomotricità (azione): ho portato due Torri di plastica e le ho sistemate di volta in volta su due case di diverso colore, chiedendo ai bambini di fare un percorso che consentisse alla Torre di passare su ogni casella della scacchiera una sola volta e di catturare l’altra Torre come ultimo movimento. Ho quindi variato i punti di partenza ed arrivo curando di metterli sempre su case di colore diverso. Quando i bambini iniziavano a lamentarsi che il gioco era troppo semplice ho proposto un compito impossibile, posizionando le due Torri su due case dello stesso colore (ai vertici di una diagonale).
Naturalmente nessuno è riuscito a risolvere il problema ed io ho tranquillizzato che si trattava di una prova impossibile; ma a questo punto la maggior parte di loro ha detto di avere in testa la soluzione! Così ho fatto loro una promessa: “Bene, rientriamo in classe e fatemela vedere su un quaderno. Se qualcuno di voi la trova davvero lo porto da Piero Angela a Quark!”
Siamo rientrati in classe e ancora una volta ho spiegato il motivo per cui il problema era irrisolvibile, ma non mi stavano a sentire: ognuno di loro lavorava sul proprio quaderno alla ricerca della soluzione e della fama assicurata…
Una passeggiata con le Torri.
La Torre che passeggia.
Stamattina ho incontrato per la terza lezione di psicomotricità i bambini della scuola dell’infanzia di via Manzoni. Ho portato con me la scacchiera gigante in tessuto di metri 4 x 4 per proporre i primi giochi di psicomotricità veri e propri dopo i due incontri preliminari in cui abbiamo giocato coi nomi e poi con la scacchiera ideografica e quella semi-gigante di metri 1,5 x 1,5, coi quali abbiamo fatto i primi “passi” per orientarci sulla scacchiera (per ora solo il movimento del Re e della Torre).
Per stamattina avevo in mente, oltre che l’up-grade delle dimensioni della scacchiera, una vera e propria passeggiata sulla scacchiera (meglio ancora sarebbe stata una piccola corsa, ma per questo aspettiamo quando avremo una scacchiera anti-scivolo).
Naturalmente anche il gioco di oggi mi è servito come pretesto per memorizzare i loro nomi: ho chiamato la prima bambina ed ho spiegato che avrebbe dovuto abbracciare una Torre e camminare lungo il perimetro della scacchiera facendo esattamente il movimento di una Torre: cioé verticale o orizzontale.
La frutta preferita.
Non appena la bambina ha terminato il suo percorso le ho chiesto di poggiare la Torre sulla casa H1 e di dire a voce alta quale fosse il suo frutto preferito.
“La mela!”. “Benissimo: batti un cinque!” Ho quindi chiamato nell’ordine il secondo bambino, Daniele, e gli ho chiesto di ripercorrere esattamente lo stesso percorso perimetrale della bambina precedente; quindi giunto sulla casa h1 gli ho chiesto di ripetere il frutto preferito da Andrea; Daniele è rimasto un po’ sorpreso dalla richiesta ed ha avuto bisogno di qualche indizio (vedi priming) per ricordarla; quindi gli ho chiesto di poggiare la Torre nella casella h2 e di dire quale frutto preferiva lui:”La banana”. “Bene! Batti un cinque e torna a posto”. Quindi è stato il turno di Alessia, che ripetuti i frutti di Andrea e Daniele ha scelto la fragola e lo stesso gioco è stato eseguito da tutti i bambini, che oggi erano sedici: Gioela (pera); Alessandro (mela); Valery (banana); Carla (fragola); Chiara (fragola); Elisa (fragola); Asia (fragola); Vittoria (pera); Matteo (arancia); Davide (ciliegia); Alessandro (mandarino); Elisa (pera); Valeria (ciliegia)… e se ho fatto qualche errore spero che i bambini mi perdonino!
Le quattro cantonate.
Quindi ho messo da parte la scacchiera in tessuto e siamo passati ad un gioco molto più corporeo e divertente. Ne ho già parlato molte volte, perché è un gioco che ripropongo sempre nelle mie lezioni di psicomotricità, perché a buon mercato ci offre subito il movimento delle Torri (i bambini ai quattro angoli che si scambiano posto sui lati del quadrato) e quello degli alfieri (i bambini al centro del quadrato che cercano di “rubare” il posto negli angoli correndo in diagonale durante lo scambio di posto). Come sempre ho proposto prima un comando, il battito di mani dopo il mio 1,2,3, poi dopo un po’ di ripetizioni ho aggiunto la difficoltà della partenza falsa, con eliminazione dei bambini che si muovevano prima del battito delle mani che veniva solo mimato.
Riepilogo.
Dopo aver fatto tutti per due volte almeno il gioco dei 4 cantoni siamo tornati in classe, “sfrattando” i bambini di 3 e 4 anni, dove ho riproposto uno per uno di ricordare tutte le relazioni bambini-frutti preferiti, con la doppia difficoltà del tempo ormai trascorso e dell’ordine non più visibile dei bambini che prima potevano essere guardati mentre sedevano in corrispondenza di una casella della scacchiera. Credo che l’esercizio abitui al conteggio e anche all’acquisizione della capacità di associare biunivocamente le cose aiutando i bambini a memorizzare facilmente.
La maggior parte di loro ha mostrato una memoria brillante, anche se alla fine Alessia è riuscita a ricostruire senza alcun aiuto tutti le sedici relazioni: un vero record per una bambina di soli 5 anni!
Canopoleno: la regola del quadrato.
Mercoledì scorso per la lezione teorica al Convitto del Canopoleno, dove seguivo il gruppo formato prevalentemente dalla seconda primaria della maestra Rita Sabatino, avevo preparato un argomento un po’ più tecnico del solito: la regola del quadrato.
Per prima cosa ho posizionato un pedone bianco in a3, un Re bianco in b1 ed uno nero in g8; quindi ho chiesto alla classe secondo loro quale era il risultato più probabile: una vittoria del Bianco o un pareggio; la risposta – senza neppure chiedermi a chi spettasse la mossa – è stata pressoché unanime a favore del Bianco. Così – subdolamente – ho lanciato la sfida: “Fatemi vedere!”
Dopo 3 o 4 tentativi falliti gli ho spiegato la regola del quadrato. Per prima cosa ho detto loro di tracciare dal pedone una linea in diagonale sino a raggiungere l’ottava traversa; quindi tracciare una linea in verticale ed una in orizzontale sino a raggiungere la colonna e la traversa in corrispondenza del pedone e infine chiudere il quadrato (in questo caso con vertici nelle case A3, F3, A8 e F8). La regola dice che se il Re difendente, con la sua mossa, entra nel quadrato, ma basta anche il suo perimetro, allora è in grado di raggiungere il pedone avversario lanciato a promozione; se invece anche muovendo non riesce ad entrare nel quadrato allora il pedone correrà indisturbato a promozione. Per i miei amici istruttori che volessero ripetere quest’unità didattica consiglio anche la mia filastrocca (con illustrazione di Francis Manfredi) sull’argomento.
Dopo la spiegazione ho chiesto ad ognuno di loro di esprimersi sulla regola del quadrato di una quindicina di situazioni analoghe, suggerendo sempre di dare un’occhiata alla diagonale del quadrato per avere un più facile colpo d’occhio. Quindi ho lasciato che giocassero, anche questa volta con l’orologio.