Fantasia!
Nell’immaginario comune gli scacchi sono associati ad un “rompicapo” di pazienza e dove la seriosità e il rigore debbano regnare sovrani. Chi venisse con me un giovedì all’ottavo circolo di Sassari (plessi di via Genova e via Civitavecchia) si ricrederebbe non poco. Questo sia per la vivacità dei bambini, che demolirebbe subito lo stereotipo di un gioco fatto nell’assoluto silenzio, sia per la loro propensione alla fantasia e alla creatività.
Da tempo ho imparato che a scuola, a differenza che nella sede del Circolo scacchistico, si debba assecondare le variazioni sul tema tanto care ai bambini (ma anche ai ragazzi più grandi delle scuole medie): come giochi eterodossi o divagazioni sui protagonisti della partita. Così ora non mi “scandalizzo” più per le personalizzazioni delle scacchiere o sull’utilizzo improprio dei pezzi; non mi stupisco più delle evoluzioni fantastiche dei loro resoconti delle partite vive e resto sempre più ammirato per la loro ricerca di nuovi mezzi di espressione.
Forse questa libertà è un altro merito del mio metodo ideografico, che facendo molto uso delle immagini sulla scacchiera, nelle carte e nei proverbi, invita i bambini ad essere originali nell’invenzione di proprie situazioni di rappresentazione. Questo giovedì la mia giornata è stata caratterizzata da una lezione particolare: ho preparato un album con una trentina di proverbi illustrati (con clipart tratte da Internet) che riassumono molti principi generali e anche regole di contegno. I bambini si sono molto divertiti e come già detto sono stati stimolati a crearne di propri (ancora una volta un gruppetto della terza di Domenica Mura ha lavorato sodo in tal senso!).