Archivio di Aprile 2012
Corso base di scacchi alla ex-Q.
Questa sera presso la “ex-Q square” (la vecchia sala passaporti della ex questura di Sassari) ripropongo un corso per adulti di scacchi, dopo il grande successo ottenuto nel 2010. Anche quest’anno la formula proposta sarà di circa mezz’ora di lezione teorica e sino a due ore di tempo dedicato alla pratica del gioco.
Il corso mi è stato richiesto da tantissimi genitori dei miei allievi nelle scuole, da diverse maestre, e da tanti appassionati che sono alla ricerca di un circolo di scacchi che purtroppo dall’inizio di quest’anno non ha più una sede fissa, visti gli altissimi costi di gestione che l’Associazione Scacchi Torres non era più in grado di sostenere.
Così ecco un’ottima occasione per sfruttare la restituzione al pubblico di uno spazio, quello della ex questura di Sassari occupata dal maggio del 2010 da un collettivo di artisti che ne ha fatto un importantissimo centro culturale. Gli scacchi, come già dimostrato col corso precedente, hanno una grande valenza di aggregazione sociale non opponendo limiti di età, di genere, di razza o di credo politico e religioso. Ma in questo contesto possono mostrare al massimo la loro funzione culturale, accogliendo artisti visivi, musicisti, intellettuali, insieme ad operai, casalinghe, “cani-sciolti”, e disoccupati che hanno in odio il posto fisso!
Non è un caso che gli scacchi nell’immaginario pubblico evochino metafore sociali che relativizzano i vari ruoli sociali. E non è un caso che – contrariamente a quanto si crede – gli scacchi non costituiscano affatto un’élite esclusiva ed escludente: tutti possono imparare le regole base del gioco ed essere in grado dopo mezz’ora di giocare la propria partita.
Mutati mutandis…
MUTATI MUTANDIS
Tu vuoi giocare o vincere?
Mi chiese un dì un amico.
Voglio giocar, di perdere,
non me ne importa un fico.
Allor lui mi rispose:
con ogni forza anelo,
combatto in overdose
per migliorarmi l’Elo…
E’ questa la rovina
del nostro Re dei giuochi,
ahimè, siam sulla china,
siam presi fra due fuochi.
On-line.. tutti.. Maestri…
Un pollo è un gran portento,
Elo FIDE ai più maldestri!
Tornei sociali? Evento
senza interesse alcuno…
giocar per divertirsi?
Non piace più a nessuno..
c’è proprio da intristirsi.
Un mondo più legger!
Gli scacchi sono duri,
giocando sul server
si senton più sicuri.
Così, vuote le sale
del Circol centenario,
nel luogo un dì sacrale
si può dire il rosario.
Danailov ha l’imprimatur:
“Cambiare oppur morire,
Perché tertium non datur”.
Mutiam per rifiorire!
Carlo Bolmida 2011
Psicomotricità: la “mappa” e il territorio.
Riepilogo, per gli assenti.
Stamattina ho incontrato i bambini della scuola dell’infanzia di via Manzoni per il secondo appuntamento di psicomotricità su scacchiera gigante. Poiché oggi c’erano due bambini che la scorsa volta erano assenti abbiamo ancora iniziato col gioco dei nomi, con la variante di ricordarli a memoria (giusto con qualche indizio vocale…) dal primo all’ultimo e dall’ultimo al primo. Al terzo tentativo, Carla, ha completato il giro, ripetendo a memoria circa una ventina di nomi. Dopo questo “giochino” (utile anche a me per ricordare i loro nomi) siamo passati subito a giocare con la scacchiera ideografica: ho fatto un rapido riassunto sul movimento del Re visto la volta scorsa (con i passi rappresentati dalle icone delle impronte) e quindi ho introdotto il movimento della Torre, con la promessa che ognuno di loro lo avrebbe eseguito col proprio corpo riportandolo sulla scacchiera semigigante.
La mappa e il territorio.
Per prima cosa ho preso dalla mia borsa la scacchiera in tessuto e l’ho stesa sul pavimento esattamente al centro dove erano seduti i bambini. Poi ho preso una Torre in plastica e l’ho consegnata ad un bambino (tutti hanno poi ripetuto il gioco) chiedendogli di camminare sulla scacchiera cercando di rimanere sempre nella stessa fila. In pratica il movimento reale della Torre. Qualche bambino si è mosso lungo le orizzontali e la maggior parte lungo le verticali.
Dopo questa “passeggiata” ho avvertito i bambini che il gioco si faceva più difficile. Ho preso la scacchiera ideografica e l’ho stesa sul pavimento proprio vicino alla scacchiera in tessuto, dicendogli che avremmo fatto una specie di caccia al tesoro. Io posizionavo un pezzo sulla scacchiera ideografica e chiedevo loro di posizionare un pezzo semi-gigante sulla scacchiera in tessuto. Dopo i primi tentativi sono emerse le prime strategie: Emanuele ha individuato la distanza corrispondente tra due pezzi posizionati sulla ideografica correggendo la posizione nella scacchiera grande. Io ho sottolineato l’intuizione spaziale di Emanuele mettendo in entrambe le scacchiere le impronte dei piedi corrispondenti. Poi via via si è presa coscienza delle corrispondenze dei colori, infine degli angoli e dei bordi delle scacchiere.
Ogni volta si faceva notare come la posizione sulla “mappa” (la scacchiera piccola) doveva corrispondere con quella del territorio (la scacchiera grande). L’esperimento è particolarmente riuscito per la capacità di verbalizzazione dell’esperienza: ogni volta che un bambino eseguiva con successo oltre alla gratificazione immediata (complimenti e “batti un cinque!”), chiedevamo che “trucco” aveva utilizzato per indovinare, con grande stima di tutti i compagni!
Dal territorio alla “mappa”.
Infine per concludere abbiamo fatto l’inverso: abbiamo riportato le modifiche apportate alla scacchiera grande sulla scacchiera piccola (rimessa in verticale sopra un banco). La grande bravura dei bambini mi ha persino spinto a far fare loro la conoscenza con le prime catture (in questo caso i Cavalli, che finora hanno avuto solo un ruolo di segnaposto, sono stati catturati dalla Torre o dal Re). Come secondo appuntamento è proprio il caso di dire che hanno fatto “passi da giganti”!