@Ernani: la penso esattamente cos… Mostra tuttoì anch’io! In tutti i campi della ricerca scientifica i più grandi innovatori sono stati quelli che conoscevano perfettamente la teoria precedente. Il più grande di tutti, Einstein, quando illustrò la rivoluzionaria teoria della relatività, fece una premessa sulla fisica di Galileo e Newton, mostrando come e dove potevano essere corrette.
@Seba: ho spesso notato un certo “snobismo” da parte di molti scacchisti verso la teoria, credo perchè ci tengano a dimostrare che sono dotati di chissà quale genialità nonostante non studino. Naturalmente è corretto consigliare di non studiare a memoria le varianti, ma questo è perfino banale, vale per qualsiasi tipo di studio.
Però bisogna rendersi conto che, anche quando abbandoni le varianti e segui i cd. principi generali (centro, sviluppo, tempi ecc.), anche allora stai seguendo la teoria.
Caro Eugenio, tu mi conosci e sai quanto io condivida il “succo” del tuo discorso… Ho sempre detto che Fischer scantonava quando propose alla FIDE di disputare il campionato del mondo sorteggiando la posizione dei pezzi sulla prima traversa (Fischer-random): perchè così si buttavano a mare secoli e secoli di teoria scacchistica…
Ma l’aforisma dice sostanzialmente un’altra cosa: non bisogna “spaventarsi” di battere strade inesplorate dalla teoria, proprio perchè anche la teoria a suo tempo fu opera di “esploratori”.
Certo Seba, so bene che la tua posizione è equilibrata e tu non snobbi la teoria, ho solo colto l’occasione che mi hai offerto di dire la mia su un argomento secondo me pieno di falsi miti che, se seguiti, possono anche sviare i giovani (o cmq i neofiti) da un corretto apprendimento.
Gli studi pi… Mostra tuttoù avanzati, come sai, indicano che la differenza tra un forte giocatore e uno medio è data da una migliore “pattern recognition”, senza la quale la creatività, che pure esiste ed è importante, non potrebbe neanche accendersi.
Secondo me anche viceversa…
In effetti si può anche interpretare così… Ma chi sta seguendo la teoria si preclude di contribuirvi!
La creatività è la punta di diamante dell’intelligenza, quindi conoscere la teoria è giusto ma bisogna essere capaci di superarla !
😀
Per Eugenio: ora mi ricordo un altro mio vecchio aforisma che si adatta perfettamente: Chi non segue la moda “rischia” di farla!
@Ernani: la penso esattamente cos… Mostra tuttoì anch’io! In tutti i campi della ricerca scientifica i più grandi innovatori sono stati quelli che conoscevano perfettamente la teoria precedente. Il più grande di tutti, Einstein, quando illustrò la rivoluzionaria teoria della relatività, fece una premessa sulla fisica di Galileo e Newton, mostrando come e dove potevano essere corrette.
@Seba: ho spesso notato un certo “snobismo” da parte di molti scacchisti verso la teoria, credo perchè ci tengano a dimostrare che sono dotati di chissà quale genialità nonostante non studino. Naturalmente è corretto consigliare di non studiare a memoria le varianti, ma questo è perfino banale, vale per qualsiasi tipo di studio.
Però bisogna rendersi conto che, anche quando abbandoni le varianti e segui i cd. principi generali (centro, sviluppo, tempi ecc.), anche allora stai seguendo la teoria.
Caro Eugenio, tu mi conosci e sai quanto io condivida il “succo” del tuo discorso… Ho sempre detto che Fischer scantonava quando propose alla FIDE di disputare il campionato del mondo sorteggiando la posizione dei pezzi sulla prima traversa (Fischer-random): perchè così si buttavano a mare secoli e secoli di teoria scacchistica…
Ma l’aforisma dice sostanzialmente un’altra cosa: non bisogna “spaventarsi” di battere strade inesplorate dalla teoria, proprio perchè anche la teoria a suo tempo fu opera di “esploratori”.
Certo Seba, so bene che la tua posizione è equilibrata e tu non snobbi la teoria, ho solo colto l’occasione che mi hai offerto di dire la mia su un argomento secondo me pieno di falsi miti che, se seguiti, possono anche sviare i giovani (o cmq i neofiti) da un corretto apprendimento.
Gli studi pi… Mostra tuttoù avanzati, come sai, indicano che la differenza tra un forte giocatore e uno medio è data da una migliore “pattern recognition”, senza la quale la creatività, che pure esiste ed è importante, non potrebbe neanche accendersi.
Eh eh
Sono tanto daccordo che mi sono “inventato” le carte scacchistiche per i bambini!!