Il “secchione” ed il “secchiello”
A scuola si può essere “secchioni” o “secchielli”: ognuno secondo la propria capacità!
Questa mattina insieme con l’amico Marco Peru ero di nuovo impegnato nelle lezioni promozionali di scacchi a Sennori. Anche questa settimana abbiamo proposto tre ore rivolte ad una media di 40 allievi per volta…
Simili numeri, soprattutto per le prime lezioni, sono insostenibili anche per istruttori esperti, ed infatti ciò è possibile solo grazie al grande interesse mostrato da tutti gli insegnanti della scuola, che con molta curiosità sono venuti a vedere i ragazzi che giocavano.
Mentre la volta scorsa ho insegnato i movimenti dei pezzi, questa volta ho spiegato l’arrocco ed i matti più brevi, con questa premessa: chi seguirà bene la lezione di oggi conoscerà il modo in cui alcuni giocatori cercano di vincere rapidamente la partita; ma impareranno anche il modo di difendersi e di sfruttare la tattica rudimentale dell’avversario… Al contrario, chi sarà distratto perderà rapidamente la partita imparando a sue spese la differenza tra il voler imparare ed il non aver cura di ascoltare.
Si potrebbe obiettare che questo discorso è a favore dei cosiddetti “secchioni”, pronti a riempirsi di nozioni da ripetere per fare bella figura di fronte ai “maestri”… Per questo mi è venuta in mente questa immagine dei “secchielli” (ad ognuno la propria capacità!), cioè di quelle persone “pigre” che preferiscono caricarsi il meno possibile di informazioni: ma che poi sono costretti a camminare il triplo dei secchioni per poter avere gli stessi loro frutti!