Martedì “grasso”, 16 febbraio
Stamattina avrei dovuto essere in una seconda elementare di Sassari, ma il Carnevale è ben più importante per la fantasia dei bambini (e degli adulti!) di quanto possa esserlo una lezione di scacchi…
Allora parlerò di alcune particolarità di questa esperienza iniziata lo scorso anno scolastico, a partire da una scacchiera dipinta nel cortile (sul calco di quella disegnata col gesso dai bambini!) seguendo le mattonelle presenti. Essendoci molto spazio abbiamo fatto giochi di movimento, come ruba-bandiera: per le coordinate abbiamo utilizzato le iniziali di alcuni animali (aquile, balene, cavalli, delfini, elefanti, farfalle, gatti e husky!), mentre per i colori quelli dei regoli aritmetici (1: bianco, 2: rosso, 3: verdino, 4: fucsia, 5: giallo, 6: verdone, 7: nero, 8: marrone)…
Essendo legati alle condizioni meteo però spesso le lezioni si svolgevano in classe (che contava 25 bambini!); dal momento che il mio intento era quello di proseguire la psicomotricità in questi casi proponevo la spiegazione di giochi che poi avrebbero dovuto “agire” nella scacchiera gigante alla prima occasione di bel tempo.
Quest’alternanza di gioco corporeo e gioco “cerebrale” è stata utile anche per dare un minimo di disciplina ai bambini: poichè molto abilmente – daccordo con le maestre – quando la giornata non era un granché noi comunque facevamo intendere ai bambini che “La scorsa volta vi siete scatenati: quindi oggi non usciamo!” Certo qualche “furbetto” poteva sempre esclamare: “Meno male, tanto sta per piovere!”
I giochi proposti in classe in genere erano dei semplici percorsi di orientamento: mettevo un Re in un angolo, quindi chiamavo un bambino per volta (rigorosamente in ordine di banco, per evitare “cagnare”…) e chiedevo di mettere delle “impronte di piedi” per indicare la strada più breve per arrivare nell’altro angolo in diagonale. Non davo alcun indizio, ma dopo ogni tentativo – nel caso – potevo affermare che c’era una via più breve “Vediamo chi riesce ad usare meno passi!”. Quando dopo molti tentativi qualcuno arrivava a scoprire la diagonale più breve, allora disponevo sulla casa “E5” un fuoco e li facevo riprovare con l’avvertenza che non dovevano finire sul fuoco!
Altro giochino che faccio spesso con le prime classi è quello del “Guardiano della luna“: si stabilisce una logica per la costruzione di parole, se si indovina si sale sulla luna, altrimenti no. In genere la prima logica proposta (che serve soprattutto a me per imparare i loro nomi) è quello di dire parole che abbiano l’iniziale del proprio nome! Ma altre logiche possono essere: il numero delle lettere delle parole deve essere sempre uguale; le iniziali delle parole dette devono essere in ordine alfabetico; le parole devono contenere delle lettere doppie…
Altro gioco proposto è quello della “valigia”: ogni bambino deve dire cosa metterebbe nella valigia; il secondo però dovrà prima dire cosa è già stato messo prima; così il terzo e così via, sino al 25° che dovrà ripetere 24 parole prima di aggiungere la sua! Con mia grande meraviglia, e delle maestre, alcuni bambini hanno delle capacità innate straordinarie: pur essendo solo in prima elementare Marta ha ripetuto ben 43 parole in ordine, senza alcun errore… e cosa ancora più straordinaria, Marianna (che aveva inciampato in una “posposizione”) li ha poi ripetuti con le spalle alla classe (cioè senza seguire con lo sguardo i bambini che avevano detto le parole)!