Scacchi all’Università!
Oggi sarò impegnato all’Università degli Studi di Sassari per il quarto incontro di un corso destinato sia agli studenti universitari che agli insegnanti di scuola.
L’idea è nata da una collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia (e precisamente è venuta al preside Aldo Maria Morace!) e della Facoltà di Scienza dell’Educazione (Prof. Gianfranco Nuvoli e il ricercatore Dott. Arcangelo Uccula), con i quali stiamo mettendo a punto un progetto di sperimentazione che prevede una ricerca sugli effetti cognitivi e metacognitivi degli scacchi proposti a scuola. Il progetto è molto ambizioso e sarà svolto in sinergia con il Comune di Sassari, con il responsabile del Reparto di Neuro-psichiatria infantile del Policlinico sassarese (Dott. Giuseppe Tola) e con l’Università di Sassari.
Tornando al corso (che ha una frequenza media di oltre 20 partecipanti), i primi tre incontri, articolati in mezz’ora di teoria ed un’ora di pratica, hanno riguardato rispettivamente: le regole di movimento dei pezzi; lo sviluppo; il centro. Oggi, dopo questi primi rudimenti di apertura ci occuperemo dei finali fondamentali coi pezzi pesanti: la scelta è obbligata dal momento che i partecipanti al corso – molti dei quali hanno appreso le mosse – devono giocare al termine di ogni lezione teorica, ed è quindi necessario che conoscano come dare scacco matto.
Metodologicamente i finali fondamentali è meglio affrontarli il prima possibile (anche coi bambini) per evitare che la parte in vantaggio annulli la sua superiorità non sapendo come chiudere la partita. Quindi – personalmente – mi regolo così: non appena i principianti sono in grado di non commettere errori nel movimento dei pezzi si possono introdurre i finali fondamentali.
L’importanza del coinvolgimento degli insegnanti.
Partecipano al corso una decina di insegnanti di scuola, tra i più entusiasti dell’iniziativa, ai quali sarà data l’opportunità di abilitarsi all’alfabetizzazione degli scacchi a scuola. Già da diversi anni sono formatore dei nuovi istruttori sardi, grazie al forte impulso che il precedente Presidente del Comitato Regionale Scacchi Sardegna, l’Ing. Roberto Abis, ha dato alla formazione degli istruttori.
Molti sono stati in questi anni gli insegnanti, a dimostrazione di un grande interesse per gli scacchi come strumento di didattica interdisciplinare: infatti gli scacchi possono essere utili non solo per l’insegnamento della matematica, ma anche della storia, delle lingue, dell’attività sportiva, dell’informatica… Ma soprattutto sono eccezionali per lo sviluppo delle capacità mentali dello studente (attenzione, problem solving, memoria, pianificazione, pensiero analitico e critico…) utili in qualsiasi materia e persino nella vita quotidiana.