“Intrattenimento” con gli scacchi.
Questo post potrebbe far storcere il naso ai bravissimi istruttori che contano di poter trasferire nei propri allievi quante più nozioni tecniche sugli scacchi. Infatti, in questo post, mi propongo di affrontare una tematica diversa, concentrata soprattutto sull’aspetto ludico del gioco.
Lo spunto mi viene da una domanda sottesa che si fanno molti istruttori di scacchi, in tutte le latitudini, quando devono seguire gruppi di bambini spesso anche sotto i 7 anni. La domanda è “Siamo istruttori o intrattenitori?”, cioé stiamo facendo un corso di scacchi o semplice baby-parking?
Come ho già detto decine di volte l’etimologia della parola “talento” significa piacere, quindi ritengo che più i bambini si divertano e si appassionino, più è probabile che sviluppino anche il talento vero e proprio, che sarà forse anche innato, ma che spesso deve essere portato alla luce nella giusta modalità. I bambini piccoli hanno diritto al loro divertimento e ciò che li annoia non ha diritto di cittadinanza nelle loro attività di tempo libero.
Detto questo però voglio anche suggerire ai miei colleghi alcune tecniche per far giocare i bambini con gli scacchi ma senza “costringerli” al rigore e alla disciplina di un tradizionale corso di scacchi (sì, è vero questo è più vicino al baby-parking). Intanto segnalo alcune metodologie quasi sempre di scacchi eterodossi, già discusse in questo blog:
Nei giorni scorsi ho sperimentato una versione soft di scacchi alla cieca: due bambini si affrontano sulla scacchiera murale senza poter utilizzare i pezzi e cercando di giocare ricostruendo la posizione mentalmente a memoria. Ma questo è già un gioco da consigliare ai bambini più esperti, perché per gli altri è soprattutto un altro modo per “bisticciare”… 😀
In un altro post, che ora non ritrovo, avevo proposto anche una partita bianchi contro bianchi o neri contro neri (che in pratica è ancora una variante del gioco alla cieca!)
Infine rimando alle molteplici possibilità di scacchi eterodossi già conosciute in “letteratura”: questo è un bel sito a tale proposito!
Ciao Sebastiano
Mi è piaciuto questo articolo a tal punto da voler condividere con te (voi) le mie riflessioni.
Effettivamente dagli 8 anni in giù non bisognerebbe pensare alla tecnica ma solo alla psicologia, la carica emotiva, la coltivazione, dunque, del talento stesso.
Doti pedagogiche a mio avviso sono indispensabili e non possono in alcun modo essere sostituite dalla tecnica; inutile essere grandi maestri se non si possiede l’empatia giusta.
I giochi eterodossi sono anche un mio cavallo di battaglia, le varianti da te citate mi incuriosiscono, prima di andare a leggere bene ti riporto alcune di quelle che utilizzo da queste parti!
Mangia mangia (o vinci perdi)
Scacchi Fantasma (stessa vernice)
Quadriglia (il più apprezzato)
Quadriglia in 2! (Neanche il campione del mondo può passare in vantaggio di pezzi perché ogni pezzo catturato ritorna nelle mani dell’avversario!
Fusione (2 pezzi possono occupare la stessa casella per poi muoversi come uno dei due fin che morte non li separi..!)
Progressivi (sempre affascinanti)
Ecc.!
A presto
-M Ibba Isacco