Quando gli scacchi sposano la didattica…
Questo post è ispirato alla mia esperienza di ieri nella terza elementare di Osilo, perchè mi pare emblematico per descrivere il mio approccio al mondo dell’insegnamento. Premetto che generalmente improvviso molto i contenuti delle mie lezioni: in genere non vado con un’idea già programmata, e comunque anche quando voglio parlare di un argomento sono pronto a rimetterlo nel “cassetto” se qualche bambino mi ispira un nuovo argomento…
Ieri sono arrivato in classe mentre la maestra Giuseppina Bassu stava terminando delle verifiche di Storia con i suoi allievi. Sono rimasto qualche minuto ad ascoltare (meravigliato dalle capacità dei bambini che non si limitavano a ripetere a memoria…), quindi mi è venuta la folgorazione…
Ho chiesto alla maestra se fosse stato interessante far svolgere un torneo a squadre ai bambini sull’argomento oggetto di verifica (l’uomo primitivo), e lei ha detto che era un’ottima idea. Così abbiamo diviso la classe in due metà: ho scelto due capitani, i quali hanno poi scelto a turno i propri compagni; composte le due squadre ho spiegato le regole del gioco.
Ogni squadra aveva il compito di formulare 10 domande alla squadra avversaria, chi rispondeva meglio alle domande (i giudizi erano dati dalla maestra) avrebbe vinto il “match”. Per farli lavorare in silenzio ho prima suggerito che la squadra avversaria poteva avvantaggiarsi sentendo le loro conversazioni; poi ho addirittura istituito la figura della “spia” ma non ha sortito gli effetti sperati… Allora ho iniziato un countdown, costringendoli a trovare al più presto le domande. Dopo circa venti minuti le due squadre mi hanno consegnato i fogli con le loro domande; io ho fatto una tabella alla lavagna e con la maestra abbiamo argomentato i giudizi assegnati di volta in volta.
L’utilità di questo esperimento (che riproporrò sicuramente in maniera più strutturata, utilizzando anche la forma individuale mutuata dai tornei di scacchi e persino gli orologi!) è stata, per la maestra, l’osservazione del loro lavoro in squadra (ha ammesso di non averci mai pensato!) ; per me invece farli ragionare sulle strategie da adottare per cercare di spuntarla sugli altri, ma anche l’averli fatti lavorare sotto una luce completamente diversa su argomenti di Storia (ma credo che la materia possa essere qualsiasi) e mi sprona a sperimentare una sorta di “verifica” sulla loro consapevolezza di argomenti scacchistici…