Lo “spirito” di Savielly Tartakower

 

Ogni appassionato scacchista riconosce le grandiose combinazioni dei campioni del passato, ma coltiva anche una grande ammirazione per coloro che hanno contribuito con le loro idee alla crescita del “nobil giuoco”. Per quanto mi riguarda uno di questi idoli è senz’altro Savielly Tartakower, o Xavier come si è ribattizzato in Francia, che insieme a Reti, Breyer e Nimzowitsch, è stato il pioniere della rivoluzione ipermoderna degli scacchi.

Tranducendo in rima le citazioni riguardanti gli scacchi ho avuto la conferma che nessun altro ha espresso. in forma di aforismi, una tale quantità di motti di spirito (vere e proprie “condensazioni” di saggezza, come avrebbe detto Sigmund Freud!). Pertanto ho deciso di riportare in questo post tutte queste traduzioni, sperando di rendere al lettore anche solo una minima parte del piacere che ho provato io.

 

 

A scacchi sarà vincitore
chi muove dopo l’ultimo errore.

Persino nell’errore
c’è qualcosa di valore.

Gli errori, semplici e complessi,
son lì aspettando d’essere commessi.

Per evitar la perdita di una figura
molti han perso la partita addirittura!

Dovrebbe avere ogni giocatore
un passatempo ulteriore.

La partita è nella sua prima tappa
quando ci pare di star vincendo;
nella seconda quando “il vantaggio non scappa”;
e nella terza è chiaro che stiamo perdendo.

E’ molto meglio, sicuramente,
sacrificare i pezzi del contendente.

Questo ti raccomando:
nessuno ha mai vinto abbandonando!

Gli scacchi non sarebbero gli stessi
senza tutti gli errori commessi.

Gli scacchi sono la storiella
delle “Mille e una cappella”

Solo giocatori quasi perfetti
conoscono i loro difetti.

Anche l’avversario, con la sua resistenza,
ha il sacrosanto diritto di esistenza.

Al centro metti un Cavallo al volo
e lo scacco matto segue da solo.

Chi rischia può perdere la partita,
ma chi non rischia perderà tutta la vita.

Non decide il penultimo sbaglio
quanto l’ultimo abbaglio.

Ogni partita è decisa da un errore
o dell’uno o dell’altro giocatore.

Segna sul formulario il risultato
dopo che l’avversario ha abbandonato.

Lo sanno tutti i giocatori
si impara solo dagli errori.

Negli scacchi il peccato originale
è temere la forza del rivale.

Mossa ovvia, mossa dubbia pare;
mossa dubbia, però si può giocare!

Si dice che un’oncia di buon senso
bilanci, di varianti, un peso immenso.

Un sacrificio di donna, anche se scontato,
riempie di gioia il cuore di ogni appassionato.

“Mossa alla Morphy!” Che commento!
Può esserci miglior complimento?!

Come il vecchio alchimista
cerca la pietra filosofale
così l’attuale scacchista
la mossa eccezionale.

La miglior dote di un campione
è creare e gestire la tensione.

Come da un vaso rotto, o da un violino caduto
emerge un suono di paura da chi ha perduto.

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